Cucina: ingredienti rari per ricette raffinate

Molto rari e dai prezzi proibitivi, ma rinomati in tutto il mondo: sono gli ingredienti da cucina più costosi che potrete incontrare. Ecco quali.

Sono cibi da provare una volta sola nella vita, e di certo non in cene o pranzi qualunque: sono gli ingredienti da cucina più costosi al mondo, una vera e propria delizia per il palato, ma dal prezzo proibitivo.

Il caviale, si sa, è un alimento da cucina costoso, ma il caviale Beluga è in assoluto la varietà più cara al mondo. Si ottiene dagli storioni ladani, una specie di storione che si nutre prevalentemente di pesce e popola le acque del Mar Caspio. Il prezzo di questo caviale può arrivare anche ai 37 mila euro al chilo, il che lo rende un alimento assolutamente off limits ai più.

Specialità nostrana, il tartufo bianco d’Alba può arrivare a costare fino ai 6 mila euro al chilo. Il motivo del prezzo così elevato sta nella quasi totale impossibilità di coltivare i tartufi artificialmente. È necessario cercarli nei boschi tramite cani addestrati, ma non è così facile trovarli.

È uno dei pesci più velenosi al mondo e allo stesso tempo uno dei più costosi: è il pesce palla, il cui commercio nel nostro paese è proibito dal 1992 ma, al contrario, è molto diffuso in Giappone. Un piatto a base di pesce palla (o “Fugu”, in giapponese) può costare anche 65 euro, e il motivo del prezzo sta nella difficoltà della sua preparazione, che richiede una tecnica particolare per isolare il veleno.

Siamo abituati a utilizzarlo comunemente in cucina, ma gli stami freschi della spezia “Crocus Sativus”, ovvero di zafferano, possono costare anche 800 euro al chilo. 500 euro al chilo invece per le patate Bonnotte, una varietà coltivata solo ed esclusivamente sull’isola di Noirmoutier, nella Baia di Biscay, in terreni fertilizzati da speciali alghe. Ne vengono prodotti solo 20.000 kg all’anno, e la raccolta è effettuata a mano per un periodo di tempo limitatissimo, dal 1° al 10 maggio.

Sono piuttosto costosi anche quelli nostrani, ma i funghi Matsutake, originari del Giappone, possono costare fino a 2000 euro al chilo. Crescono in condizioni particolarissime, sotto pini tra i 20 e i 60 anni di età e mai per due volte nello stesso posto. Prezzi decisamente più contenuti, invece, per il tè verde Matcha, con “solo” 125-150 euro al chilo. Il motivo di questo prezzo è dovuto allo speciale metodo di coltivazione, completamente nell’oscurità. Per questo motivo il tè Matcha è anche chiamato “tè d’ombra”. È inoltre la tipologia utilizzata proprio nella famosa cerimonia del tè, un rito giapponese che risale al XII secolo.

Rimanendo in tema di bevande calde, il caffè Kopi Luwak, originario dell’Indonesia, viene venduto a 500 euro al chilo. Se ne produce in bassissime quantità, a causa del metodo di “lavorazione” dei chicchi molto particolare, che implica la fermentazione attraverso la digestione dei Luwak (piccoli marsupiali) che se ne cibano.

Infine, la foglia d’oro commestibile, un lusso da ben 20 euro per soli 150 milligrammi, composta interamente da oro a 23 carati.

Fonte: Mag for Woman.

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