Falso travaglio, come riconoscerlo

Come distinguere le contrazioni vere da quelle false? Ci sono alcuni parametri di riferimento, ma anche ascoltare il proprio corpo può aiutare.

Ecco un dilemma comune soprattutto alle neo-mamme alle prime armi: si sta avvicinando il tempo del parto, e si iniziano ad avvertire leggere contrazioni all’addome: sono false o vere? Sarà questo il giorno tanto atteso in cui nascerà il bambino? Come riconoscere un falso travaglio?

Per rispondere a questo interrogativo è necessario prestare attenzione ad alcuni segnali importanti. La perdita del tappo mucoso, ad esempio, si verifica quando il muco che chiude il collo dell’utero fuoriesce, spesso lasciando sugli slip alcune tracce di una sostanza gelatinosa e rosata. Questo, tuttavia, può avvenire anche parecchi giorni prima del {#parto}.

Il primo sintomo da tenere presernte è invece la cadenza delle contrazioni: quelle false si presentano a intervalli irregolari, per fare un esempio: 2, 6, 10 minuti. Si possono anche interrompere improvvisamente e non c’è progressione di dolore nel tempo. Queste sono determinate dalla preparazione dell’utero al travaglio vero e proprio (con il quale si ha un indurimento dell’addome, e il dolore è concentrato nel basso ventre) e in questi casi è meglio distrarsi occupandosi di altro, perché non sono indicative di un parto imminente.

Si tratta di una fase utile (detta prodromica) e non va sottovalutata. Si consiglia di provare a cambiare posizione per alleviare il fastidio, sia che ci si trovi distese a letto sia che si stia svolgendo una qualche attività. Il vero travaglio è quello che si presenta con le contrazioni regolari, all’inizio ogni 15/30 minuti circa, che diventano sempre più dolorose e non si interrompono.

Non sempre, inoltre, notiamo un passaggio così netto tra la fase prodromica e l’altra, quindi bisogna imparare a ascoltare il corpo e a decodificare con serenità i messaggi che ci manda. Sappiamo, ad esempio, che le contrazioni vere durano più di 30 secondi all’inizio e diventano progressivamente più lunghe, fino a 60 secondi. Mentre le contrazioni del falso travaglio variano in lunghezza e intensità.

Registrare questi e altri episodi, in questa fase così delicata, aiuta certamente a razionalizzare e a capire meglio cosa ci accade. Nel travaglio vero, inoltre, le pause diventano sempre più brevi e le contrazioni che le precedono hanno la caratteristica di un dolore che parte dall’alto addome e che si irradia attraverso tutta la zona, a volte fino all’inguine, coinvolgendo anche la parte bassa della schiena. Potrebbero comparire, in questo caso, delle perdite di sangue, cosa che non dovrebbe presentarsi, invece, durante il falso travaglio, come anche la rottura delle membrane.

Il segnale fatidico, per numerosissime neo-mamme, è appunto la rottura delle acque. Anche la diarrea, la nausea e il vomito possono ravvisare che il corpo si sta preparando alla nascita, ma non bisogna dimenticare che potrebbero esserci anche altre cause, come un’alimentazione pesante. Con la rottura della membrana amniotica è necessario contattare subito l’ospedale e il ginecologo di riferimento. In questo caso, infatti, aumenta il rischio di infezioni se il parto non avviene in breve tempo e il neonato non è più protetto.

Per concludere, esiste un modo per riconoscere con certezza le contrazioni giuste? Ascoltare il proprio corpo e tenere conto di alcuni fondamentali parametri di riferimento corretti potrebbe essere una soluzione vincente. In caso di dubbio, comunque, è preferibile fare un salto in ospedale, dove grazie al monitoraggio e a un controllo veloce sarà possibile stabilire se il neonato si farà ancora attendere.

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