Heather Parisi risponde alle accuse di transfobia: "Rispetto il transgender"

La ballerina ha condiviso su Twitter diversi post discriminatori e offensivi nei confronti di due persone transessuali. Ma lei ha replicato con una lunga lettera: "Se hai un pene e partecipi a una gara di nuoto femminile, non sei automaticamente donna".

Heather Parisi è sempre stata un’icona della comunità LGBT: lo è stata fin dagli Anni ’70, quando ha iniziato a schierarsi dalla parte di chi veniva emarginato, escluso e discriminato per il proprio orientamento sessuale. Proprio per questo in molti sono rimasti a bocca aperta nel vederla condividere diversi post chiaramente transfobici.

Sul suo account Twitter, dove condivide quotidianamente anche le proprie posizioni apertamente no vax, la showgirl si è infatti fatta notare per aver ritwittato e aver messo un like a diversi contenuti offensivi e discriminatori nei confronti di due persone transessuali. Si tratta di Rachel Levine, sottosegretaria alla sanità da Joe Biden, e Lia Thomas, prima nuotatrice trans nella storia a vincere la NCAA.

La donna dell’anno è un uomo. La nuotatrice dell’anno è un uomo“, si legge nel cinguettio firmato da Jon Root, che Parisi ha ricondiviso. O ancora: “Congratulazioni alla vera vincitrice dei 500 metri stile libero ai NCAA, Emma Weyant“, con rifermento alla seconda classificata dopo Lia Thomas: un tweet ha cui la ballerina ha messo un “mi piace”. Così come ha ritwittato un post in cui Caitlyn Jenner si è difesa per aver attaccato duramente la nuotatrice sostenendo che “ho solo avuto le palle di stare dalla parte delle donne nello sport“.

Insomma, i post in questione sono davvero tanti, così come le accuse di transfobia nei confronti di Heather Parisi. Lo ha fatto notare il sito Gay.it, al quale la showgirl americana ha risposto con una lunga lettera pubblicata sul suo sito web:

“Sembrerebbe che io e una parte del mondo LGBTTTQQIAA ultimamente non ci pigliamo proprio. Ma deve essere certamente colpa mia […]. Per la comunità gay di San Francisco io ero la loro “fag hag” la checca vecia, la “mamma” con cui condividere gioie e delusioni anche se ero solo una ragazzina […]. Secondo Federico Boni (il giornalista di Gay.it, ndr) io sono transfobica. La mia colpa? Criticare il fatto che un transgender abbia partecipato a una gara femminile di nuoto. Ammiro e rispetto il transgender nella sua peculiarità. Ma, allo stesso modo, ammiro e rispetto la donna nella sua peculiarità. È un rispetto che pretendo per gli altri e per me e mi oppongo a tutto ciò che lo calpesta. […]. Chiunque ha il diritto di decidere di considerarsi il genere che vuole, ma se hai un pene e partecipi a una gara di nuoto femminile, non diventi automaticamente donna perché lo hai deciso tu.”

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