Vini d'Italia: Alta Langa DOCG, il piemontese con le bollicine

Bianco o rosè, Alta Langa DOCG è un vino perfetto per accompagnare l’intero pasto, da degustare sempre e non solo nelle occasioni di festa o negli eventi ufficiali.

Alta Langa sta ad indicare le bollicine piemontesi prodotte con il metodo classico. Il metodo tradizionale di fermentazione in bottiglia e il millesimo obbligatorio garantiscono la qualità del vino. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha approvato la DOCG Alta Langa il 21 febbraio 2011 con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 56 del 9 marzo 2011.

Zona di produzione e vitigni
Le uve dalle quali si ottiene Alta Langa DOC vengono prodotte in una zona che comprende i terreni collinari situati nei territori di 142 comuni, nelle province di Cuneo, Asti ed Alessandria, alla destra del fiume Tanaro. Alta Langa Doc si ottiene dai vitigni Pinot Nero e/o Chardonnay 90-100%: per l’eventuale percentuale rimanente possono concorrere solo le uve di altri vitigni non aromatici, autorizzati in Piemonte. Per circa 350 mila bottiglie occorrono poco più di seimila quintali di uve Pinot Nero e Chardonnay raccolte a mano e pressate ancora intere.

Caratteristiche organolettiche
Alta Langa DOCG si può degustare nelle tipologie bianco o rosè.
Alta Langa spumante bianco ha colore brillante, giallo paglierino più o meno intenso con riflessi verdi; profumo finissimo, intenso, fruttato con prevalenza di vaniglia e miele; gusto armonico e avvolgente con leggero sentore di mandorla.
Alta Langa rosè ha un piacevole color rosa cipria, profumo speziato con sentori di mela golden e rosa canina, sapore intenso con sentori agrumati.
Bianco o Rosè è un Brut millesimato, ma si può trovare anche Pas dosé ed Extra dry.

Alta Langa DOCG a tavola
Alta Langa DOCG è lo spumante ideale per gli aperitivi ma anche per accompagnare tutto il pasto in quanto, come accennato, esiste nelle tipologie bianco e rosè. Comunque si accompagna bene agli antipasti a base di pesce e frutti di mare, ai primi piatti come risotti e paste lunghe condite con verdure e pesce o con il tartufo, ai secondi di pesce e di carne, ai piatti a base di carni rosse brasate e stufate in particolare nella tipologia rosè. Nulla vieta, però, di accostarlo al cotechino con lenticchie, alla tradizionale fonduta, ai flan di verdure. È d’obbligo, invece, sul fritto misto di terra e di mare, con le grigliate di pesce e di verdura e…con il parmigiano. Si consiglia la temperatura di 8-10°C.

Una nota per la stappatura: evitare il cosiddetto “botto” e tenere la bottiglia inclinata con l’imboccatura verso l’alto, ruotare il tappo lentamente e altrettanto lentamente far fuoriuscire il vino dal collo della bottiglia, continuando a mantenere la bottiglia inclinata finché non saranno usciti tutti i gas di superficie.

Il calice di Giugiaro Design per Alta Langa DOCG

Giugiaro Design ha ideato in esclusiva per Alta Langa DOCG il calice da degustazione “Grande” per esaltarne il perlage, il profumo e il grande fascino.

Il calice disegnato per il Consorzio Alta Langa è stato presentato a Fontanafredda il 21 novembre 2012, nell’ambito del progetto di comunicazione “Orgoglio piemontese”, che prevede una serie di eventi sul territorio e all’estero per promuovere il pregiato spumante metodo classico millesimato piemontese.

Il calice è un vero e proprio oggetto di design con particolari caratteristiche: una base stretta per facilitare l’esplosione delle bollicine e guidarle verso l’alto, qui il calice si allarga per esaltare i profumi del vino.

A completare il calice una zigrinatura elicoidale sullo stelo, che agevola l’impugnatura ed evita di poggiare le dita o tutta la mano sotto il bevante e sul piede, caratterizzato da una particolare modellazione del vetro quasi a simboleggiare il dolce ondulare delle colline piemontesi.

Un po’ di storia
Carlo Gancia, rientrato in Piemonte da Reims nel 1850 dopo un’esperienza diretta del metodo champenoise presso una prestigiosa maison di quella città, era tornato con l’intenzione di ottenere anche in Piemonte quel tipo di vino. Convinto che, per realizzare la sua idea, dovesse adattare il metodo di vinificazione champenoise a qualche uva del territorio con caratteristiche simili a quelle dei Pinot, individuò sopratutto nel Moscato il tipo di uva adatto a fare uno spumante dolce. Condusse lo stesso esperimento anche sulle uve Pinot Nero e Chardonnay ed in seguito affiancò al “Moscato Spumante” una produzione di “Spumante tipo francese”.

Carlo Gancia favorì la diffusione dei Pinot e Chardonnay tra i viticoltori del circondario di Canelli per poter disporre di una certa quantità da impiegare nella produzione dei suoi spumanti secchi. Tra questi, il cavalier Boschiero di Asti che, verso il 1870, impiantò nel suo podere “La Galleria” diversi ettari di Pinot nero, grigio e bianco per tentare la produzione di spumanti tipo Champagne. Poiché le uve di questi impianti avevano dato ottimi risultati, la ditta Fratelli Gancia le acquistò in blocco.

Entro il 1920, poche ma grandi imprese si dedicarono quasi esclusivamente alla produzione vinicola piemontese. Ebbe così inizio l’esportazione dei vermouth, poi anche quella degli spumanti, non solo l’Asti inventato da Carlo Gancia, ma anche il cosiddetto “Champagne italiano”, che nei listini di vendita della casa di Canelli portava tra parentesi l’indicazione Pinot. È nato così il primo gruppo di viticoltori che ha partecipato alla nascita del progetto Alta Langa Docg. La denominazione “Alta Langa” è partita con il Progetto Spumante Metodo Classico in Piemonte.

Consorzio di Tutela Alta Langa
Via Valtiglione 73 Isola D’Asti (AT)
Tel: 0141/960911 Fax: 0141/960950

photo credit: Doyouwine via photopin cc
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