Cate Blanchett compie 51 anni: auguri all'attrice dai due premi Oscar

Camaleontica, altera, elegante ma sopratutto dallo scintillante talento: l'attrice australiana ha attraversato 30 anni di cinema mondiale lasciando un segno profondo.

Come superare il mezzo secolo di età senza accorgersene: ce lo insegna Cate Blanchett, che proprio oggi spegne 51 candeline sulla torta di compleanno. L’attrice australiana, in lockdown per la pandemia da Coronavirus come la maggior parte della popolazione mondiale, può festeggiare oggi una carriera di successi, premi e ruoli memorabili in decine di film di ogni genere, dal blockbuster all’avanguardia pura.

E infatti il nome della Blanchett è ormai divenuto sinonimo di qualità per gli appassionati di cinema, i quali probabilmente hanno imparato a conoscerla sin da quando, dopo una manciata di pellicole meno note, è comparsa come la regina Elisabetta I in Elizabeth, sul finire degli anni ’90; un ruolo che avrebbe ripreso quasi una decade dopo con il seguito Elizabeth: The Golden Age.

Dotata di una bellezza glaciale, altera e di un fascino distante, quasi etereo, che però sa aprirsi a improvvise aperture emotive, la Blanchett è stato spesso usata dai registi per interpretare personaggi femminili spesso ambigui o travolti dal destino, che affrontano con una fierezza non comune. Tra i primi ruoli in cui Cate inizia a farsi notare ci sono film come Un marito ideale, Il talento di Mr. Ripley, The Man Who Cried – L’uomo che pianse e il thriller The Gift di Sam Raimi.

Sarà però Peter Jackson a donarle la fama presso il grande pubblico, assegnandole il ruolo della regina degli elfi Galadriel nella saga de Il signore degli anelli e, molto successivamente, nella trilogia de Lo hobbit. Raggiunta la massima notorietà, l’attrice inizia a essere corteggiata dai migliori cineasti di ogni parte del mondo, ma finalmente può scegliere le parti che più la interessano.

All’inizio degli anni 2000 arrivano allora film come il bellico Charlotte Gray, il drammatico Heaven, l’antologico Coffee and Cigarettes e il corale Le avventure acquatiche di Steve Zissou. A Martin Scorsese, che la vuole in The Aviator nel ruolo di Katharine Hepburn, si deve il primo Oscar come miglior attrice non protagonista.

Seguono poi altri film di altissimo livello come Babel di Alejandro Gonzales Inarritu, Intrigo a Berlino, il malizioso Diario di uno scandalo, la prova difficilissima del biopic surreale Io non sono qui e persino una parte da villain nel tanto vituperato Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo di Steven Spielberg. Il curioso caso di Benjamin Button è invece una storia romantica, mentre Robin Hood di Ridley Scott le fa scoprire il piacere dell’avventura.

Il nuovo decennio porta in consegna alla Blanchett un nuovo Oscar, merito della nevrotica protagonista di Blue Jasmine sull’orlo di una crisi di nervi, scritta da Woody Allen, la collaborazione con Terrence Malick in Knight of Cups e Song to Song, l’esperimento trasformista di Manifesto e il melodramma saffico di Carol. Non mancano ruoli divertenti come la cattivissima Hela di Thor: Ragnarok, incursione in casa Marvel, o il gigioneggiante Ocean’s 8, per non parlare della matrigna crudele nel Cenerentola di Kenneth Branagh.

Una carriera da incorniciare e da ammirare con rispetto e ammirazione, per quanto sia ben lungi dall’essere terminata.

 

 

 

 

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