Dodicenne fa coming out, i compagni la coprono di insulti: "Lesbica, impiccati"

L'episodio di bullismo e omotransfobia è accaduto in una scuola media lombardata, dove Giorgia (nome fittizio) dopo aver confessato i suoi sentimenti a una compagna è stata presa di mira dai suoi coetanei, finendo poi per praticare autolesionismo.

Una ragazza di soli 12 anni ha fatto “l’errore” di fare coming out, confessandosi a una sua compagna di classe e per questo finendo nel mirino degli altri studenti. Una storia di un’omofobia precoce che è sfociata, purtroppo, con l’autolesionismo da parte della dodicenne.

Questa è la storia di Giorgia, nome fittizio che la ragazza ha chiesto di usare quando ha parlato della sua esperienza a La Stampa. La dodicenne frequenta la prima media in Lombardia, suona l’ukulele, la chitarra, il sax e si dedica al teatro nel tempo libero. È bastato però un messaggio a far scatenare contro di lei tutta la ferocia dei suoi coetanei, che l’hanno insultata fino a spingerla a farsi del male da sola per il senso di colpa.

Giorgia ha inviato un messaggio a una sua compagna di classe, dichiarandole i suoi sentimenti. A causa di ciò, non solo è partito il blocco del suo numero, ma una volta tornata a scuola sono iniziati gli episodi di bullismo e abusi nei suoi confronti. Hanno cominciato scrivendo “lesbica di mer*a” su un bigliettino del parchimetro, per poi imbrattare il suo zaino con la scritta “fr*cia” e il disegno di una croce. Sono seguiti gli insulti verbali diretti: “Perché non ti impicchi?” le chiedono, “Zitta fr*cia di mer*a” le urlano in palestra.

Il bullismo omofobo a scuola ha portato Giorgia a sentirsi in colpa per il suo timido coming out, arrivando a praticare autolesionismo su di sé. Tagli sugli avambracci, lesioni alle ginocchia compiute volontariamente, di cui per fortuna qualcuno a scuola si è accorto, cercando poi di tamponare la situazione facendole chiedere scusa.

L’episodio risulta esemplare della mancanza di educazione e sensibilità che ancora persiste nella nostra società, anche tra gli individui più giovani. Perché queste non sono bravate, non sono “cose da ragazzi”. Se da un lato le campagne di sensibilizzazione vengono tacciate di portare la fantomatica “ideologia gender“, dall’altra episodi di omotransfobia continuano a dilagare rovinando la vita di diversi ragazzi.

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