Il Gruppo Calzedonia riconverte i suoi stabilimenti per produrre mascherine

Si è cominciato con diecimila mascherine al giorno ma l'obiettivo è quello di incrementare questo numero a breve

Molti brand di moda si sono schierati in prima linea per combattere l’emergenza Coronavirus attraverso donazioni di diverso tipo alle aziende ospedaliere.

Una lunga lista di aziende si è mobilitata soprattutto per realizzare mascherine a titolo gratuito data la loro scarsa quantità in corsia: tra i nomi più importanti ci sono Prada, Valentino, H&M, Ermanno Scervino e Gucci. A questi si è aggiunto anche il Gruppo Calzedonia, che include marchi come Intimissimi, Tezenis e Falconeri.

D’altronde fin da subito il Presidente Sandro Veronesi ha preso a cuore la questione chiudendo tutti i punti vendita del marchio, così come si legge in una nota dell’azienda: “Il Presidente fin dall’inizio ha dimostrato la sensibilità del Gruppo nei confronti dei propri dipendenti, clienti e dell’emergenza sanitaria in corso, chiudendo dapprima tutti i punti vendita delle zone cosiddette rosse e successivamente quelli di tutta Italia, anticipando i relativi decreti del Governo“.

Da ieri lunedì 23 Marzo il Gruppo Calzedonia ha deciso di scendere in campo con le sue aziende predisponendo la riconversione di alcuni dei propri stabilimenti per realizzare dispositivi di protezione personale. In particolare sono stati riconvertiti gli impianti di Avio in provincia di Trento, Gissi in provincia di Chieti e tutti quelli presenti nel territorio croato.

Per adesso si è cominciato con la produzione di diecimila mascherine al giorno ma l’obiettivo è quello di incrementare questo numero a breve. I primi dispositivi sono stati donati al comune di Verona, dove il Gruppo ha la sua sede principale.

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