Made in Italy, il film di Luciano Ligabue: trama e recensione

In sala dal 25 gennaio, prodotto da Fandango e distribuito da Medusa in 400 sale, l'ultimo lavoro del rocker di Correggio, con Stefano Accorsi e Kasia Smutniak.

Dopo 15 anni, Luciano Ligabue torna dietro alla macchina da presa per raccontare di nuovo la provincia emiliana e l’Italia: Made in Italy, il film con Stefano Accorsi e Kasia Smutniak nei cinema, in 400 copie, dal 25 gennaio, ripercorre la storia che fa da fil rouge al concept album omonimo uscito nel novembre 2016.

Fare film è un mestiere faticosissimo. Vuol dire ‘progettare’ le emozioni, fare in modo che una serie di pezzettini di pochi secondi riesca a produrre qualcosa. Mi sono ravvicinato alla regia perché stavolta avevo una storia da raccontare“, ha spiegato Ligabue ai giornalisti dopo la proiezione stampa.

Ecco trama, cast e recensione di Made in Italy.

Foto di jarnoiotti©ZooAperto2017

Made in Italy, il film di Luciano Ligabue: trama

Riko è un uomo retto, fedele a se stesso, alle prese con una vita in cui tutto sembra essere diventato improvvisamente precario: il lavoro, il futuro, i sentimenti. Con un colpo di coda, decide di non darla vinta al tempo che corre: c’è un matrimonio da difendere e riconquistare, ci sono amici su cui contare e una casa da non vendere. Così decide di mettersi in gioco e prendere finalmente in mano il suo destino.

courtesy: press office

Made in Italy, il film di Luciano Ligabue: cast

Nel cast, accanto a Stefano Accorsi e Kasia Smutniak, Fausto Maria Sciarappa, Walter Leonardi, Filippo Dini, Alessia Giuliani, Gianluca Gobbi (in questi giorni in sala con Fabrizio De André. Principe libero), Tobia De Angelis. Prodotto da Domenico Procacci per Fandango e distribuito da Medusa Film.

courtesy: press office

Made in Italy, il film di Luciano Ligabue: recensione

Alla sua terza prova da regista cinematografico dopo il successo di Radiofreccia, premiato con tre David di Donatello, due Nastri d’Argento, un Globo d’Oro e tre Ciak d’Oro, e Da zero a dieci, presentato alla Semaine de la critique al Festival di Cannes, Ligabue decide di fare quello che lui stesso ha definito un film sentimentale.
Ci sono i sentimenti forti dei protagonisti, l’amicizia, l’amore coniugale e quello per le proprie radici, e c’è il mio amore per l’Italia che non viene meno nonostante le frustrazioni che mi provoca“, ha spiegato in conferenza stampa.
Ed è l’Italia la grande comprimaria di questa storia d’amore e di precariato: il rocker è tornato ad ambientare il film nelle zone intorno a Correggio, dove è cresciuto, ma concedendosi delle fughe in alcune delle più belle città italiane, funzionali a rimarcare che “nessun italiano fa la vacanze a Roma e nessun italiano fa la luna di miele in Italia“.

Il desiderio? “Far provare nostalgia dell’Italia agli italiani che son rimasti qui, che non son partiti“, secondo le parole di Fausto Maria Sciarappa, che interpreta Carnevale, l’amico di una vita.

Certo è che Ligabue può contare su un cast di bravi attori, molto affiatato e in parte, e su un racconto – se non particolarmente originale – almeno molto sentito da larghe fasce della popolazione tra i 40 e i 50 anni.
Un ritmo più serrato e dialoghi meno conditi di luoghi comuni avrebbero giovato alla pellicola, altrimenti piacevole e senza troppe pretese.

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