Tutto sulla nuova edizione di Scene da un matrimonio, condotta da Anna Tatangelo

Remake del celebre programma degli Anni '90 con Davide Mengacci, dal 2 ottobre torna su Canale 5 il racconto che segue i futuri sposi nel loro percorso fino al fatidico sì.

Nel pomeriggio di sabato 2 ottobre su Canale 5 debutta Scene da un matrimonio. No, non stiamo parlando del film di Ingmar Bergman, ma di un programma che da questo prende ispirazione. Condotto da Anna Tatangelo, infatti, il docu-reality segue una coppia di futuri sposi nei giorni che precedono la cerimonia. Si tratta di un remake della trasmissione cult degli Anni ’90, presentata per ben sette edizioni da Davide Mengacci.

Nel corso delle dieci puntate, quindi, la cantante, per la prima volta nell’inedita veste di conduttrice, racconta come gli sposini vivono l’organizzazione, i preparativi e tutto quello che ruota intorno ad una cerimonia nuziale. In un’intervista a Sorrisi e Canzoni, ha spiegato il meccanismo del programma:

“In ognuna delle 10 puntate incontro una coppia. Mi metto nei panni di una normalissima invitata: la sera prima delle nozze, per gli ultimi preparativi, vado a trovare gli sposi che dormono in due case diverse, come vuole la tradizione. E il giorno dopo ci vediamo tutti in chiesa o al municipio e poi al ricevimento, con gli altri ospiti. Passo dopo passo, si dipana il racconto del grande giorno e il mio stile di conduzione sarà asciutto, il più semplice possibile e senza copione”.

Anna racconta che i protagonisti della trasmissione sono coppie di persone comuni, che hanno deciso di mettersi in gioco e di raccontare il proprio modo di vivere il giorno del fatidico sì. La conduttrice si è spostata in tutto il Paese, scoprendo in ogni luogo tradizioni e usanze sempre diverse e assaggiando piatti tipici di ogni regione. “Sono coppie normali: potrebbero essere nostri parenti, vicini di casa. Ho girato tutta l’Italia per conoscerle e in ogni puntata sono ingrassata un po’, perché ai banchetti ho mangiato cose buonissime, eccellenze del territorio che valeva la pena di gustare“.

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