"Vinceremo noi! Gli ucraini hanno soldati gay": le parole shock al Tg russo

La conduttrice, in diretta tv da una delle emittenti sovietiche più importanti, ha usato una terminologia offensiva contro la comunità LGBTQ+. Una strategia per mantenere una posizione filo-governativa, in un Paese che vieta per legge la propaganda gay.

La conduttrice del Tg russo, uno dei più importanti del Paese e uno dei pochi programmi non censurati durante la guerra contro l’Ucraina, ha speso parole pesanti sul conflitto e sui soldati del vicino Stato: “Stiamo avanzando e vinceremo, come potremmo non farlo? La vittoria sarà tutta nostra. Impossibile non vincere con gli ucraini che schierano battaglioni formati soltanto da soldati gay”.

La notizia, riportata dal Corriere della Sera, ci dice chiaramente come la propaganda russa a favore della guerra di Vladimir Putin, atta a giustificare ed appoggiare la sua invasione all’Ucraina, coinvolga anche tutti gli organi di stampa, obbligati a mantenere una posizione filo-governativa.

Questo include anche essere contro la comunità LGBTQ+, e in un Paese dove la propaganda gay è vietata per legge, quale “insulto” migliore di dire gay a un soldato e usare una terminologia offensiva per denigrare un avversario? Come dire che essere un soldato omosessuale sia meno valoroso di uno eterosessuale.

Viktor Pylypenko, un attivista e veterano LGBTQ+, in un’intervista al quotidiano The Israel Hayom, ha dichiarato che lui e il suo gruppo hanno trovato dei soldati russi in un seminterrato nella città di Kharkiv e li hanno fatti prigionieri.

Dopo aver combattuto nella Rivoluzione ucraina del 2014, Pylypenko ha formato un’organizzazione di veterani queer che lotta per i diritti LGBTQ+ e contro l’invasione russa, e si è unito all’esercito per combattere per il suo Paese insieme ai suoi compagni:

“Questa è la nostra guerra, degli ucraini, ma abbiamo anche combattuto come persone LGBTQ. Stiamo affrontando un nemico tirannico e omofobo. Ora abbiamo solo due opzioni: o difendiamo il nostro paese per continuare a farlo diventare parte del mondo libero, o non ci sarà alcuna libertà per noi persone LGBTQ e non ci sarà più l’Ucraina”.

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