Ariete: "Le persone non sono educate alla sensibilità"

La cantante ha parlato della sua esperienza con il coming out: "Sono totalmente fiera di me, sono così trasparente dal giorno zero".

Ospite del podcast BSMT, Ariete ha parlato di sessualità e di coming out. Ai microfoni di Gianluca Gazzoli infatti, Arianna Del Giaccio, questo il suo nome di battesimo, si è aperta in un lungo discorso sulla sua vita come membro della comunità LGBTQ+.

La prima volta che ho detto a mio papà che stavo con una ragazza, ha usato un’espressione che usava sempre mio nonno: ‘soprattutto, giudizio’”, ha esordito. “Ho due genitori che mi hanno insegnato l’amore, mi hanno educato alla sensibilità”.

Le persone che non sono educate alla sensibilità toccano sempre gli stessi punti cliché perché non sanno cosa inventarsi. Commenti tipo “pari un uomo”, o “chi è questa lesbica”. Io non ho niente da rispondere, è la verità. Sì, mi piacciono le ragazze, sono omosessuale. E ora che me l’hai detto non mi hai nemmeno insultata perché sono totalmente fiera di me, sono così trasparente dal giorno zero.

Poi la cantante, classe 2002 e molto amata dalla Gen Z, ha parlato di come la sua generazione viva diversamente la sessualità rispetto alle persone più grandi. “Nelle mie canzoni sono stata sincera da subito, il mio obiettivo è normalizzare”, dice. “Francamente capita poche volte che i giovani mi facciano domande sulla sessualità. Diverso invece con persone più grandi, che mi chiedono ancora come sia scrivere per una donna. Io non riesco più ad argomentare, non ho niente da dire”, ha sostenuto.

Ma questa non è la prima volta che Ariete si apre su simili argomenti: lo scorso marzo, infatti, Del Giaccio aveva denunciato alle Iene come, per la comunità LGBTQ+, l’Italia possa essere ancora un Paese pericoloso.

(…) Oggi voglio parlarvi della cruda realtà che sta dietro la comunità LGBTQ+ oltre la bolla dei social e della sensibilizzazione. (…) È la realtà di un ragazzo transessuale o di una ragazza omosessuale che sentono tutti i giorni il peso di chi non li accetta, delle cicatrici tenute nascoste. La realtà di chi, purtroppo, non c’è più (…) Non aspettate a chiedere aiuto alle help line. “Ma non la senti la responsabilità?” Sì, la sento, per Naomi, Chiara e chissà quanti altri, per gli esseri umani, per non dimenticarcene mai.

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