Coronavirus, Fedez attacca il Codacons: scattano le indagini della Polizia di Stato

Secondo il rapper l'associazione dei consumatori punta a bloccare tutte le raccolte di fondi privati

Nelle ultime ore è scontro diretto tra Fedez e il Codacons tanto che adesso sono partiti i dovuti controlli della Polizia di Stato.

Tutto è nato dal banner comparso qualche giorno fa sul sito dell’associazione dei consumatori in cui si invitava a sostenere una campagna di raccolta fondi contro il Coronavirus. Una volta cliccato il link l’utente era, però, indirizzato a fare donazioni dirette alla stessa associazione privata guidata da Carlo Rienzi.

Il banner successivamente è stato modificato con una dicitura più chiara ma Fedez ha voluto subito denunciare l’accaduto con un video su Facebook: “Scandaloso. Sul loro sito ufficiale avviano una campagna per supportare il Codacons contro il Coronavirus. Ospedali, ricerca, qualcosa comunque di pragmatico. Ma se ci clicco sopra scopro che hanno fatto un banner sul coronavirus dove in realtà la donazione va direttamente al Codacons, che non si occupa di coronavirus“.

Il rapper ha continuato ad attaccare l’associazione di Rienzi che dal canto suo, nei giorni scorsi, aveva chiesto l’intervento dell’Antitrust per fare chiarezza sulle donazioni raccolte da lui insieme alla moglie Chiara Ferragni tramite la piattaforma Gofundme.

Fedez ha replicato a muso duro e senza mezze misure: “Fateci una donazione così risparmiate sulle tasse. E questa è un’associazione parastatale che dovrebbe tutelare i consumatori? Non si fanno mancare niente […] Noi non abbiamo neanche toccato quei soldi, che sono andati sul conto corrente dell’ospedale. Vogliono bloccare tutte le raccolte fondi privati. Io sono allibito qualcuno li fermi“.

Intanto sulla questione sta indagando la Polizia di Stato e lo stesso Sottosegretario del Ministero dell’Interno Carlo Sibilia ha voluto ringraziare il cantante: “Grazie di questa vostra segnalazione. La questione è stata riferita alla Polizia di Stato che sta realizzando gli approfondimenti del caso. Ancora grazie, queste cose non dovrebbero mai accadere, men che meno in questo periodo“.

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