Aeroplanini di carta al Guggenheim per chiedere la no-fly zone sull'Ucraina

Una manifestazione promossa da un gruppo di artisti americani, che hanno lanciato dalle famose rampe del museo newyorkese centinaia di volantini per protestare contro i bombardamenti russi.

Le iconiche rampe a spirale del museo Guggenheim di New York sono state teatro di un’iniziativa di un gruppo di artisti: una protesta per chiedere l’istituzione di una no-fly zone sull’Ucraina. Un gesto del tutto simbolico, ma molto potente: lanciare dall’ultimo piano del museo centinaia di aeroplanini di carta.

La protesta, promossa da alcuni artisti provenienti da diverse parti del mondo, non era stata autorizzata dai vertici del museo newyorkese. Nonostante questo, però, ha raccolto il favore di moltissimi dei visitatori presenti, che hanno assistito alla performance. Allo stesso tempo, però, ha suscitato anche diversi dubbi tra appassionati di arte e addetti ai lavori: “Artisti (in realtà comunicatori) da mettere in ginocchio sui ceci per sei settimane a guardare fisso Guernica“, ha scritto per esempio la scrittrice Daniela Ranieri su Twitter.

Ciò che conta, in ogni caso, è il messaggio che il collettivo di artisti ha voluto lanciare: sui fogli che sono serviti per creare gli aeroplanini è stampato un codice QR grazie al quale accedere ad un elenco di iniziative e organizzazioni a cui aderire per sostenere la loro prostesa e chiedere di liberare i cieli dell’Ucraina dai bombardamenti russi. Ecco le parole scritte sui volantini:

“Questo jet è fatto di carta. Ma se fosse d’acciaio e trasportasse bombe sopra la testa delle persone che ami? In questo momento la Russia sta compiendo sforzi deliberati per far saltare in aria la più grande centrale nucleare d’Europa al fine di spazzare via la popolazione ucraina. Questo darebbe a Putin il controllo sulla terra ucraina. Ma non è la fine. La Russia vuole spostare il suo arsenale nucleare al confine ucraino-polacco e spingere il suo esercito più a ovest. Putin l’ha detto apertamente molte volte. Questo non è più un conflitto locale. Agisci ora per salvare il mondo. Chiedi al presidente Biden di dichiarare una no-fly zone sull’Ucraina. Proteggi il cielo sopra l’ucraina. Embargo totale sulla Russia. Boicotta l’influenza russa nelle istituzioni culturali e politiche”.

Nessun commento è arrivato da parte dei canali ufficiali del museo Guggenheim. Museo che è già stato, in un certo senso, colpito dal conflitto tra Russia e Ucraina: Vladimir Potanin, uno degli oligarchi russi più ricchi del Paese, si è dimesso dal board dell’istituzione culturale americana.

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