
Kobe Bryant è morto: ecco cosa legava il campione dell'NBA all'Italia
Il grande campione aveva una sfrenata passione per il nostro Paese, tanto da aver chiamato le quattro figlie con nomi nostrani o che richiamano l'Italia
Il grande campione aveva una sfrenata passione per il nostro Paese, tanto da aver chiamato le quattro figlie con nomi nostrani o che richiamano l'Italia
Tutto il mondo dello sport, e non solo, sta piangendo la morte di Kobe Bryant, avvenuta nella serata di domenica (ore italiane): il campione dell’NBA è infatti una delle nove vittime di un incidente in elicottero avvenuto in prossimità di Los Angeles. Insieme a lui si trovava la figlia di 13 anni Gianna Maria-Onore, i due probabilmente si stavano recando proprio a una partita della squadra della ragazza. Lo sportivo lascia la moglie Vanessa e le altre tre figlie, Natalia Diamante, Bianka Bella e Capri.
Ma cosa lega Kobe Bryant all’Italia, Paese che amava profondamente, come lascia intuire anche il nome della figlia deceduta? Nato a Philadelphia dal giocatore di basket Joe Bryant, all’età di 6 anni si trasferì a Rieti, dove il padre, lasciato il professionismo ad alti livelli, intendeva trascorrere alcuni anni continuando a giocare in squadre meno competitive. Dopo due anni la famiglia si sarebbe spostata a Reggio Calabria, quindi a Pistoia e infine a Reggio Emilia, seguendo le peripezie sportive di Joe, ingaggiato da differenti team.
Kobe dunque ha sempre ricordato con estremo affetto quel periodo che va dall’infanzia alla prima adolescenza (6 – 13 anni), parlando molto bene – tra l’altro in un italiano impeccabile – della città di Reggio Emilia, in particolare. Ma anche in ambito sportivo reputava molto utile l’arco temporale trascorso in Italia, come riferì in un’intervista: “Crescere dall’altra parte dell’Oceano mi ha dato un enorme vantaggio perché avevo imparato i fondamentali. Cioè non le mosse tipiche dei giocolieri ma come muovermi senza palla e usare i blocchi, utilizzare tutte e due le mani, passare la palla in modo preciso“.
Black Mamba, questo il suo soprannome, apprezzava anche molto il nostro mare: Napoli, Capri e tutto il golfo erano tra le sue mete preferite, tanto da chiamare con il nome dell’Isola una delle figlie. Inoltre da buon sportivo non poteva non venire catturato dal fanatismo tutto italiano per il calcio.
Kobe Bryant era infatti un tifoso del Milan: “Ho sempre tifato per il Milan: se mi tagliassero il braccio sinistro, sanguinerei rossonero.” Il suo calciatore preferito era per l’appunto Van Basten, seguito da altri campioni come Maldini, Gullit, Rijkaard e Baresi. La sua passione venne premiata nel 2013, quando venne invitato al centro sportivo di Milanello: un appuntamento durante il quale non mancò di indossare una maglia rossonera.
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