L'ONU condanna la criminalizzazione del sesso lesbico: è una conquista storica

Grazie ad un ricorso dell'attivista Rosanna Flamer-Caldera, le Nazioni Unite hanno stabilito che l'illegalità dell'omosessualità sia condannata per violazione dei diritti umani. Non era mai successo prima.

Nonostante, nel 2022, la comunità LGBTQ+ abbia ottenuto diversi diritti e riconoscimenti, esistono ancora Paesi in cui l’omosessualità è considerata un reato. E sono moltissimi gli attivisti che si battono per la conquista di un diritto fondamentale, quello di poter essere sé stessi. Così, grazie ad un ricorso di Rosanna Flamer-Caldera, attivista dello Sri Lanka, le Nazioni Unite (ONU) sono diventate il primo organo internazionale a condannare ufficialmente la criminalizzazione del sesso lesbico.

Perciò, qualsiasi nazione consideri un l’omosessualità (e, di conseguenza, il sesso gay) come un crimine può essere condannata per violazione dei diritti umani. Una conquista davvero importante per l’intera comunità LGBTQ+, ottenuta grazie all’impegno costante di Rosanna Flamer-Caldera, che p entrata a far parte del mondo dell’attivismo in seguito alle discriminazioni e alle molestie che ha subito a causa del suo orientamento sessuale.

Il suo Paese, lo Sri Lanka, fa infatti parte di quelle nazioni in cui l’omosessualità è ancora considerata illegale. Nel corso della sua storia, più volte le Nazioni Unite sono intervenute per cercare di migliorare la situazione riguardante i diritti umani, facendo pressioni per modificare la legge che sancisce la criminalizzazione dell’omosessualità. Ora, con l’introduzione del nuovo decreto dell’ONU, lo Sri Lanka (così come gli altri Paesi nella stessa situazione) deve rispondere entro sei mesi, consegnando un piano su come intende procedere con la modifica o l’abrogazione della lege sulla criminalizzazione del sesso lesbico.

Pur trattandosi di una situazione delicata, si tratta di un passo avanti di fondamentale importanza: non era mai accaduto che un organo istituzionale come le Nazioni Unite prendesse una posizione così netta contro le discriminazioni e le violenze che alcuni Paesi esercitano ancora nei confronti della comunità LGBTQ+.

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