Ivano Fossati compie 70 anni: le più belle canzoni per le dive della musica

Nato il 21 settembre 1951, è senza dubbio uno dei più importanti cantautori italiani e ha scritto testi per moltissimi artisti. Ecco cinque brani che sono passati alla storia grazie alle loro interpreti.

Ivano Fossati è certamente uno dei nomi più  conosciuti e importanti del panorama cantautorale italiano. Nato a Genova il 21 settembre, nel 2021 festeggia i suoi settant’anni. “La fortuna di avere 70 anni, se te li sai un po’ gestire, è che puoi dire di no ancora più di prima quando vuoi e come vuoi e al tempo stesso dire di sì anche alle cose più spiazzanti“, ha detto in un’intervista a Rolling Stone. Con il suo compleanno coincidono anche i cinquant’anni di carriera: era il 1971 quando è uscito il suo primo disco, e poco dopo ha iniziato anche a scrivere per altri grandi artisti italiani. Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Mina, Adriano Celentano, Zucchero, Tosca, fino ad arrivare a Laura Pausini e Marco Mengoni. Ma non possiamo dimenticare questi cinque capolavori, che Fossati ha composto per altrettante signore della musica italiana.

  1. Pensiero stupendo. 1978, Patty Pravo esordisce al decimo posto in classifica, restando poi nelle prime cinque posizioni per circa due mesi. Si tratta senza dubbio di una canzone controversa, che all’epoca ha suscitato non poco scalpore. Il testo, senza essere mai troppo esplicito, parla del desiderio di realizzare una fantasia erotica, un ménage a trois, che vede protagonisti due donne e un uomo. La cantante, negli Anni ’80, ha rivelato di aver amato da subito la canzone (scritta, insieme a Fossati, da Oscar Prudente) perché le ricordava una notte trasgressiva che aveva trascorso al Piper Club di Roma, negli Anni ’60, con Nat e Nick del gruppo BlackJack.
  2. Non sono una signora. Uscita nel 1982, consacra ufficialmente Loredana Bertè tra le grandi voci femminili italiane. E, tra tutte le canzoni scritte da Fossati, questa è probabilmente quella che più si adatta alla sua interprete, che ne ha fatto una filosofia di vita. “Forse dovrei stare sempre tranquilla, educatina, fare la riverenza, ma io non ci sto. Qualunque aria tiri, comunque si mettano le cose, io non sono una signora“, ha detto al Messaggero. “Da bambina sognavo di diventare una regina… Ho avuto le mie vittorie. E come tutti, i miei guai. […] E forse non sono una signora, ma la regina di un’estate sì“, ha raccontato invece dopo la vittoria al Festivalbar del 1982.
  3. Un’emozione da poco. Anna Oxa porta questo brano al Festiva di Sanremo 1978, classificandosi al secondo posto. Una canzone d’amore, ma di un amore sofferto. Il testo parla, infatti, di una donna che ama un uomo a tal punto da annullarsi completamente; lui, invece, è un uomo sicuro di sé, che non ha mai fatto un passo indietro per restare al fianco dell’amata. “Dimmi che senso ha dare amore a un uomo senza pietà, uno che non si è mai sentito finito, che non ha mai perduto, mai, per te una canzone“, cantava Anna Oxa.
  4. Le notti di maggio. È il 1988 e Fiorella Mannoia partecipa al Festival di Sanremo, aggiudicandosi il Premio della Critica. Fossati scrive per la cantante romana una canzone che parla di amore, ma si rivolge ad un amore lontano, travolto dalla nostalgia che la primavera porta con sé. E il mare, molto spesso citato nel testo, allo stesso modo dell’amore travolge e riempie il cuore.
  5. E non finisce mica il cielo. Inizialmente scritto per Mina, nel 1982 Mia Martini è in gara al Festival di Sanremo con questa canzone, grazie alla quale vince il Premio della Critica, istituito in quell’edizione apposta per lei e che oggi porta il suo nome. Questo brano è considerato uno dei capolavori della musica italiana, anche grazie alla struggente interpretazione di Mimì. Il testo parla della drammatica fine di una storia d’amore, ma è anche un monito a non farsi opprimere dal dolore, perché anche se un amore finisce, “non finisce mica il cielo“.
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