Kekko Silvestre racconta la sua depressione: "Ha deciso di spegnermi il cervello"

Nel 2021 il leader dei Modà non riusciva più a camminare, per questo era convinto di avere una malattia degenerativa, ma la causa di tutto era un'altra. A distanza di tempo non ha più paura di parlarne.

La depressione è un problema particolarmente diffuso, soprattutto in una società come quella di oggi in cui si teme spesso di non sentirsi all’altezza di determinate situazioni e si ha paura di essere giudicati in modo negativo quando si commette un errore. Nonostante tutto, ancora adesso è considerata un tabù e sono pochissimi a parlarne apertamente. Kekko Silvestre, però, ha voluto farlo senza alcun timore, come aveva fatto poco prima di prendere parte al Festival di Sanremo 2023, che rappresentava per lui una rinascita dopo una fase davvero difficile.

Il cantante, infatti, quasi due anni fa non riusciva più  a camminare ed era convinto di avere una malattia incurabile. È stato lui stesso a raccontarlo a Silvia Toffanin, ospite di Verissimo: “Il 29 aprile 2021 mi sono svegliato e non riuscivo più a piegare le gambe e a camminare – ha detto –. Passavano i giorni, ma la situazione non migliorava. Io e la mia compagna Laura ci siamo spaventati. Abbiamo chiamato un neurologo, pensando a una malattia degenerativa” .

Il medico si è però reso conto presto che la causa era un’altra: “Il neurologo mi visitò e mi disse ‘Ho una notizia bella e una brutta. La bella è che non hai nessuna malattia degenerativa, la brutta è che hai la depressione'”.

La diagnosi è arrivata in modo davvero inaspettato, soprattutto perché lui non pensava che la depressione potesse coinvolge anche i movimenti: “Il medico mi spiegò che proprio perché per anni avevo represso le mie fragilità, la depressione ha deciso di spegnermi il cervello, aggredendo i miei muscoli”.

Kekko Silvestre non ha nascosto quanto questa esperienza lo abbia spaventato e spinto a pensare subito alla sua compagna, Laura Valente, a cui è legato da anni. L’artista si è così fatto una domanda importante: “E se muoio, a lei cosa rimane?”. A quel punto ha deciso di recarsi in Comune, raccontando di voler fare pilates, e si è fatto consegnare i documenti necessari per il matrimonio. Solo in questo modo, infatti, lei sarebbe stata tutelata anche a livello legale.

I due hanno così organizzato velocemente tutto: “Sicuramente poco romantico ma così è andata – ha detto ancora Kekko -. Ci siamo portati le famiglie e abbiamo fatto un rito simbolico. Ho pensato che se mi fosse successo qualcosa lei non sarebbe potrebbe venire neanche ospedale, non avrebbe i suoi diritti”.

Impossibile poi non commuoversi di fronte alla lettera scritta da Gioia, la figlia 13enne del frontman dei Modà, che è stata per lui una molla per uscire dalla fase più dura: “Non ti farò una lettera come le altre ma una lettera più speciale di qualunque altra cosa, ti dirò le cose che non riesco a trasmetterti di persona – ha scritto la ragazzina -. Tu lo sai quanto ti amo e come figlia e ti dico che ti ho visto super carico a Sanremo ma prima di andare ti ho visto preoccupato. Certo da figlia non so come ti senti non posso capire le tue emozioni o le sensazioni che hai provato. Ami la musica e questo lo so. Ogni volta che scrivi un brano la prima persona a cui lo fai sentirte sono io, te ne sono grata. Vorrei dirti tante cose, ma diventerebbe un libro. Ti auguro che la musica ti faccia sentire quella grande forza che a ogni concerto trasmetti e spero che un giorno mi porterai a Disneyland, ti amo infinitamente tua Gioia”.

Kekko non ha potuto trattenere le lacrime: “È troppo sveglia Gio Gio, io ho provato a tenerle nascosta la malattia ma lei lo ha capito. Non sono andato alla sua comunione perché non riuscivo a muovermi dal divano. Ero immobile. Spero che lei capisca, anzi ne sono certo” – ha concluso.

Seguici anche su Google News!