USA, la nazionale femminile di calcio ottiene (finalmente) la parità salariale

Dopo se anni di battaglie legali contro la US Soccer Federation, le giocatrici americane hanno raggiunto un traguardo importantissimo: donne e uomini devono essere retribuiti allo stesso modo.

Ci sono voluti sei lunghi anni di battaglie, ma le giocatrici della nazionale femminile di calcio degli Stati Uniti hanno vinto: hanno ottenuto la parità salariale. La US Soccer Federation, infatti, ha firmato un accordo secondo il quale la squadra maschile e quella femminile devono essere retribuite in egual modo, mettendo fine una volta per tutte alla discriminazione di genere.

E proprio quella di discriminazione di genere è stata l’accusa che alcune delle giocatrici della nazionale a stelle e strisce hanno mosso alla federazione, la quale è stata portata in tribunale anche a causa della disparità di trattamento riguardo all’assistenza sanitaria, alle attrezzature sportive fornite, agli investimenti economici e ai campi da gioco riservati alle donne e quelli utilizzati dagli uomini.

“È una giornata fantastica. Penso che guarderemo indietro a questo giorno nuovo e diremo che questo è il momento in cui il calcio americano è cambiato in meglio. Una disparità del genere non ci sarà mai più e possiamo andare avanti nel rendere il calcio il miglior sport possibile in questo paese. È una vittoria per le nuove generazioni”,

ha dichiarato alla ABC Megan Rapinoe, tra le giocatrici più forti e più conosciute della nazionale. È lei ad aver trascinato la sua squadra a vincere i Mondiali del 2019, segnando il gol decisivo, ed è lei ad aver guidato le compagne in questa lotta per la parità dei diritti. Un risultato importantissimo quello ottenuto dalla nazionale americana, che potrebbe aprire le porte alla battaglia contro le disparità di genere in tutto il mondo dello sport.

Per il momento, la US Soccer Federation, oltre ad aver firmato l’accordo già citato, ha stanziato due milioni di dollari per sostenere le giocatrici alla fine della loro carriera, e un bonus da ben 22 milioni per risarcirle della disparità che fino ad oggi hanno subito. Si tratta del riconoscimento di un diritto fondamentale per tutte le donne. Soprattutto per quelle donne che compongono una nazionale capace di vincere quattro Campionati Mondiali e quattro Olimpiadi (a fronte di una squadra maschile che non ha mai portato a casa alcun titolo).

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