Palermo, un'infermiera fingeva di vaccinare i pazienti contro il Covid-19

Giorgia Camarda era agli arresti domiciliari da gennaio 2022 per aver fatto finta di iniettare il siero ai no-vax in cambio di denaro. Ora è emerso che ha raggirato altre 47 persone, questa volta ignare, perché fermamente contraria.

Nuove accuse per Giorgia Camarda. L’infermiera, attiva nell’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo di Palermo, è agli arresti domiciliari dal gennaio 2022, quando la questura della città ha scoperto che fingeva di vaccinare contro il Covid-19 diversi no-vax in cambio di denaro, in modo che questi ottenessero il Green Pass. Ora la stessa donna, 58 anni, è indagata per aver finto di iniettare in vaccino anche in altre 47 persone, questa volta completamente ignare.

Secondo gli agenti della Digos di Palermo, infatti, Camarda avrebbe agito esclusivamente in quanto fermamente contraria ai vaccini, senza quindi ottenere denaro in cambio, come era avvenuto con i no-vax. Anzi, i pazienti a cui ha finto di inoculare il vaccino si trovano ora in possesso di un certificato non valido e, soprattutto, privi di protezione dal Covid-19. Per questo le forze dell’ordine sono costretti a sequestrare loro il Green Pass, in attesa che ricevano, questa volta davvero, il vaccino.

Gli agenti sono riusciti a riprendere, grazie alle telecamere piazzate nell’hub vaccinale, l’operato dell’infermiera: nei video, che sono stati messi agli atti delle indagini, si vede chiaramente l’infermiera versare il contenuto delle siringhe su una garza, fingendo poi di iniettarlo. Dalle intercettazioni telefoniche e ai seguenti interrogatori, poi, è emerso che, al contrario di quanto accaduto in precedenza, questa volta i pazienti non avevano idea di non essere stati vaccinati, uscendo dall’hub convinti di essere protetti dall’infezione.

Per questo il Gip di Palermo ha disposto una nuova misura cautelare di arresti domiciliari per Giorgia Camarda. Insieme a lei sono state indagate anche altre persone. Tra queste, il leader dei no-vax siciliani Filippo Accetta, Giuseppe Tomasino, un commerciante, e Anna Maria Lo Brano, un’altra infermiera in servizio all’hub palermitano. Quest’ultima ha ammesso, di fronte agli inquirenti, di aver agiti per soldi, dato che avrebbe dovuto pagare gli studi del figlio. Per tutti gli indagati le accuse sono di corruzione, peculato e falso.

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