Adriana Volpe accusa l’ex marito di maltrattamenti "Mi diceva ti rovino, ti distruggo"

"Sono uscita dal Grande Fratello e non era più lui". Con queste parole è iniziata la testimonianza di Adriana Volpe nel processo contro l’ex marito Roberto Parli, accusato di maltrattamenti, aggressioni verbali e minacce. La conduttrice trentina e la figlia si sono costituite parte civile.

Roma, Tribunale di Piazzale Clodio, quinta sezione penale: è iniziato il processo per maltrattamenti a carico di Roberto Parli, ex marito di Adriana Volpe. Un matrimonio da favola il loro, coronato dall’arrivo di Gisele, e impreziosito da attenzioni e piccoli gesti che non lasciavano presagire l’abisso di paura e terrore nel quale sarebbero cadute la showgirl e la bambina. Parli, imprenditore di successo, è stato accusato di maltrattamenti e violenze ed è la stessa Volpe a raccontare ai giudici il triste epilogo della sua storia d’amore.

Tutto ha inizio con l’ingresso di Volpe nella casa del Grande Fratello Vip. La donna, a inizio pandemia, ha deciso di abbandonare il programma proprio per stare vicino al marito che aveva appena perso il papà per Covid. Una volta fuori, si è resa subito conto che c’era qualcosa che non andava. La perdita del genitore lo aveva reso assente nelle prime ore del giorno, e furente la sera. “Perdeva le staffe, diventava aggressivo”. Volpe viene informata dal padre che, in sua assenza, il marito ha prelevato ingenti somme dal conto della donna. Sarà lui stesso in seguito a rivelare di aver fatto degli investimenti online sbagliati.

L’escalation di violenza non si placa. Roberto Parli minaccia di portare via per sempre la bambina, insulta madre e figlia, afferma di voler rovinare la moglie. Dopo un anno orribile, Adriana Volpe chiede la separazione nel giugno 2021 e denuncia l’ex marito per maltrattamenti: scatta immediato il divieto di avvicinamento a Gisele che, insieme alla madre, figura come parte lesa nel processo a carico del padre. L’avvocato dell’uomo, Laura Corbetta, ha ribattuto alle accuse affermando che il suo assistito è stato sempre un padre presente e che la mancanza di contatti con la figlia non dipende certo dalla sua volontà.

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