Alessandro Borghese: "I giovani cercano lavoro sperando di non trovarlo"

Pioggia di critiche su un’affermazione dello chef, che in un’intervista ha denunciato la fatica nel reclutare personale per i suoi ristoranti: "Oggi ci sono ragazzetti senza arte ne parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione".

Pioggia di critiche su un’affermazione dello chef Alessandro Borghese, che in un’intervista ha denunciato la fatica nel reclutare personale per i suoi ristoranti. “Sa che cosa è successo lo scorso weekend? – spiega il cuoco al Corriere della Sera – Quattro defezioni tra i ragazzi della brigata, da gestire all’ultimo minuto, e nessuno disposto a sostituire. Così a cucinare siamo rimasti io e il mio braccio destro: 45 anni io, 47 lui”.

Già a ottobre 2021 Borghese aveva lamentato la difficoltà nel trovare ragazzi da assumere e ora torna sulla questione:

“Vuoi diventare Alessandro Borghese? Devi lavorare sodo. A me nessuno ha mai regalato nulla. Mi sono spaccato la schiena io, questo lavoro che è fatto di sacrifici e abnegazione. Ho saltato le feste di compleanno delle mie figlie, gli anniversari con mia moglie”.

Poi l’appunto alle nuove generazioni, che secondo lo chef non capiscono il valore del sacrificio legato all’amore per un mestiere:

“Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato. E la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito. Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con “soli” vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte ne parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione”.

Per Alessandro Borghese quello che manca è “la devozione al lavoro” e spiega di avere come “l’impressione che le nuove generazioni cerchino un impiego sperando di non trovarlo perché, quando poi li chiami per dare loro una possibilità, non si fanno trovare”.

Ma le osservazioni dello chef non sono certo passate inosservate e sui social le critiche non sono tardate: “La gestione delle risorse umane da parte di molti ristoratori/albergatori è pessima: mi sono ritrovato in cucine con cappe non funzionanti e malattie non pagate, con compenso giornaliero che diviso nelle ore da me effettuate giornalmente arrivava a 2,50€ all’ora… Le colpe ci sono da tutte le parti” scrive un utente.

E poi, ancora: “E allora smettete di dare paghe da fame e sfruttare i lavoratori. Vedrai come fioccano poi, ci credo che nessuno vuole lavorare nel mondo della cucina se è schiavizzato”. E poi c’è chi suggerisce che per lo chef sia stato più facile in quanto figlio di Barbara Bouchet: “Parla il figlio della famosa attrice”.

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