Sostituiva i cartellini nei supermercati con messaggi anti guerra, arrestata

Alexandra Skochilenko, un'artista di San Pietroburgo, rischia fino a 10 anni di carcere per aver sostituito le etichette dei prezzi con informazioni "non autorizzate" sul conflitto, violando così la nuova legge contro le "fake news" imposta da Mosca.

Le proteste contro la guerra in Ucraina continuano, anche tra i cittadini russi che non approvano le decisioni di Vladimir Putin. Chi manifesta in Russia rischia il carcere, anche solo pronunciando la parola guerra, proprio come è successo a Alexandra Skochilenko, arrestata per aver sostituito i cartellini dei prezzi di un supermercato con messaggi contro il conflitto.

La donna è un artista e musicista indipendente di San Pietroburgo, e ora rischia fino a 10 anni di prigione  per aver diffuso informazioni “non autorizzate”, violando così la nuova legge contro le “fake news” imposta da Mosca. Nelle etichette dei prodotti, invece della descrizione degli stessi, comparivano frasi come “L’esercito russo ha bombardato una scuola d’arte a Mariupol dove circa 400 persone si nascondevano dai bombardamenti”. L’artista ha dichiarato di essere innocente, non perché neghi di aver messo i cartellini, ma perché non contengono informazioni false.

Il tribunale distrettuale Vasileostrovsky, come si legge sul Guardian, ha ordinato di trattenere Alexandra Skochilenko e di tenerla in carcere fino al 31 maggio, con l’accusa di “aver messo frammenti di carta al posto dei cartellini dei prezzi, contenenti informazioni consapevolmente false sull’uso delle forze armate russe” in un supermercato Perekryostok il 31 marzo.

Le autorità hanno valutato le motivazioni della protesta di Skochilenko, etichettandole come “odio politico verso la Russia”, il che significa che, se giudicata colpevole, dovrà affrontare una condanna che va da una multa di tre milioni di rubli o tra cinque e 10 anni di carcere.

La legge contro le fake news rende obbligatorio descrivere pubblicamente le azioni di Mosca in Ucraina solo come una “operazione militare speciale”, definire guerra potrebbe comportare fino a 15 anni di carcere.

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