Ucraina, il cardinale Czerny: "I profughi vittime del traffico di esseri umani"

In missione in Ucraina per conto del Papa, il sacerdote ha lanciato un grido di allarme: sono migliaia le donne in fuga dalla guerra che vengono rapite e costrette a prostituirsi nel nord Europa.

Il cardinale Michael Czerny, prefetto del dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale, è stato in Ucraina per conto di Papa Francesco. Un Paese devastato dalla guerra, dove ha assistito al dramma delle migliaia di profughi che tentano di fuggire dai bombardamenti russi. E ha lanciato un allarme: i trafficanti di esseri umani tentano di rapire le donne, per poi farle prostituire.

La denuncia è arrivata direttamente dal cardinale, il quale ha raccontato alla rivista dei gesuiti statunitensi ciò che moltissime donne ucraine stanno vivendo:

“Ho ricevuto informazioni che i trafficanti stavano tentando di rapire profughi ucraini in Polonia e di portare le donne ucraine nelle reti di prostituzione in Germania, Paesi Bassi e Danimarca. All’inizio di questa settimana c’è stato un tentativo di attirare donne ucraine su due autobus che le avrebbero portate da Medyka, al confine polacco con l’Ucraina, alla Danimarca, ma che alcune connazionali che già vivevano in Polonia sono riuscite a bloccare quel tentativo. I trafficanti sono quindi rapidamente scomparsi”.

Siamo di fronte ad una vera e propria tratta di esseri umani, che coinvolge migliaia di donne in fuga dalle proprie case e dalle proprie città, distrutte o messe in grave pericolo dall’invasione della Russia. Czerny, da sempre in prima linea per la difesa dei diritti e per il contrasto al traffico di esseri umani, ha rivelato che, secondo quanto gli è stato riferito, situazioni del genere si vengono a creare ogni qualvolta ci si trova nel mezzo di una crisi umanitaria, in qualunque parte del mondo.

In più, il fatto che molti profughi accettino di salire sugli autobus dei trafficanti, in Ucraina, è legato ad un problema di fondo nella cultura delle ex repubbliche sovietiche. Gli ucraini (così come gli abitanti degli altri stati ex URSS)

“che erano abituati al vecchio sistema sovietico, hanno un’innata sfiducia nei confronti di tutto ciò che è pubblico, di qualsiasi iniziativa statale, e così non salgono sugli autobus organizzati del governo, il che ovviamente fa il gioco dei trafficanti. Passa qualcuno che dice: ‘Se non vuoi salire sull’autobus, non c’è problema, ti do io un passaggio’. E così i rifugiati che cercano di mettersi al sicuro finiscono in modo perverso in una trappola”,

ha spiegato il cardinale, denunciando ciò che accade ai confini dell’Ucraina e chiedendo che le autorità intervengano per fermare tutto questo.

Seguici anche su Google News!