Chi è Jude Hill, attore 11enne che ha ritirato il David vinto dal film Belfast

La pellicola è stata incoronata come Miglior film internazionale e sul palco di Cinecittà a ricevere la statuetta c'era il giovane protagonista, nato il primo agosto 2010 a Gilford, in Irlanda del Nord. Già vincitore del Critics' Choice Award, studia recitazione da quando aveva 4 anni ed è stato scelto per il ruolo di Buddy tra 300 bambini.

La statuetta dei David di Donatello 2022 per il Miglior film internazionale va alla pellicola Belfast di Kenneth Branagh. A ritirare il premio durante la serata organizzata a Cinecittà il 3 maggio, è stato il giovanissimo protagonista Jude Hill.

La pellicola in bianco e nero mostra il sanguinoso conflitto nordirlandese tra cattolici e protestanti attraverso gli occhi di Buddy, un bambino di nove anni. Sul palco è stato proprio l’attore, nato il primo agosto 2010 a Gilford, in Irlanda del Nord, a prendere la prestigiosa statuetta dalle mani di Carlo Conti e Drusilla Foer.

Già vincitore del Critics’ Choice Award, l’undicenne Jude Hill studia recitazione da quando aveva 4 anni nella Shelley Lowry School a Portadown. Ha fatto il suo debutto cinematografico nel film Belfast quando è stato scelto per il ruolo, tra trecento bambini, aveva nove anni, proprio come Buddy nella pellicola.

Nel 2021 Hill ha anche interpretato la parte del protagonista nel cortometraggio Rian, ambientato durante la Seconda guerra mondiale e presentato in anteprima al CineMagic World Screen Festival for Young People. Nel 2022, invece, ha fatto il suo debutto televisivo nell’adattamento del romanzo giallo Magpie Murders, dello scrittore inglese Anthony Horowitz.

Il giovane attore non è però il primo interprete a salire sul palcoscenico del David per ritirare un premio. Nel 1967, Stefano Colagrande e Simone Giannozzi hanno ricevuto il David Speciale per la loro interpretazione in Incompreso di Luigi Comencini, mentre era il 1974, quando a soli dieci anni, Tatum O’Neal vince come Miglior attrice straniera per Paper Moon di Peter Bogdanovich.

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