Fedez: "Il cancro mi ha reso una persona peggiore"

A distanza di sei mesi dall'intervento chirurgico subito per un tumore al pancreas, il cantante rivela come la malattia lo abbia cambiato e smentisce un luogo comune di cui parlano molte persone dopo la guarigione.

Si dice spesso che affrontare una malattia possa portare a tirare fuori una forza che nemmeno si pensava di  avere e che possa spingere a vedere la vita con una prospettiva differente, dando meno importanza alle cose materiali. Nel caso di Fedez, che sei mesi fa ha subito un intervento per un tumore al pancreas, è stato fondamentale il supporto della sua famiglia, formata dalla moglie, Chiara Ferragni, e dai suoi bambini, Leone e Vittoria, che non lo hanno mai fatto sentire solo. L’influencer era sempre al suo fianco quando era in ospedale, mentre i figli comunicavano con lui tramite videochiamata.

Il giudice di X Factor è certamente consapevole di come la diagnosi precoce sia stata determinante e gli abbia permesso di evitare la chemioterapia, ma lui ha voluto provare a smontare questo luogo comune di cui si parla spesso. Almeno per lui è stato vero solo in parte. L’oocasione per parlarne è arrivata in occasione una delle ultime puntate di Muschio Selvaggio, il podcast che conduce su YouTube, dove era presente al suo fianco il filosofo Umberto Galimberti, con cui si è discusso dello sguardo che ognuno di noi dovrebbe avere nei confronti del futuro.

Molto spesso c’è il danno delle mete prestabilite, ovvero: se ti accade qualcosa devi arrivare ad un determinato punto. Non è così – sono state le parole di Fedez -. Facendo un esempio personale, quando mi sono ammalato di cancro, la narrazione che nella mia testa doveva esserci era: ho avuto il cancro e di conseguenza questa esperienza mi migliorerà come essere umano. Ma chi caz**o lo ha detto?”.

Il cancro nel suo caso non lo ha portato a diventare una persona migliore come molti dicono e lui non ha paura ad ammetterlo: “Ti dicono che quando ti ammali scopri il vero senso della vita, ma col caz*o, la mia vita è peggiorata, sono diventato depresso e sono diventato un essere umano peggiore io, dopo il cancro. Ed è questa la figata del mio cancro. Perché dovrei essere una persona migliore?”.

A questa teoria ha risposto proprio il professor Galimberti: “Fa parte della cultura cristiana, perché per i cristiani il dolore ha un valore perché ti riscatta dal peccato ed è una para per l’eternità. E quindi il dolore viene messo in scena come una cosa positiva”.

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