Giornata mondiale dei legumi: il 10 febbraio nei ristoranti si celebra così

Istituita dalla Fao nel 2019, cade ogni anno in questo giorno e si propone di far conoscere la grande importanza di questo alimento. Per l'edizione 2022, Slow Food Italia, ha lanciato un'iniziativa a cui hanno risposto 140 ristoranti che metteranno nel menu del giorno un piatto a base di lenticchie, fagioli, ceci o fave.

La Giornata mondiale dei legumi, istituita dalla Fao nel 2019, si celebra ogni anno il 10 febbraio e si propone di far conoscere la grande importanza di questo alimento, i suoi valori nutrizionali, e promuovere i sistemi agroalimentari sostenibili.

I legumi sono una fonte di proteine di alta qualità: sono ricchi di fibre e antiossidanti, proprietà utili nella prevenzione di malattie cardiovascolari e diabete. Ma, oltre a essere tra i primi alleati della salute, sono uno strumento fondamentale per fronteggiare il cambiamento climatico, in quanto richiedendo poco terreno per la loro coltivazione e poca acqua, colture insomma che possono essere fatte anche in zone colpite dalla siccità.

Il focus che si è scelto di dare a questa giornata nel 2022, ruota proprio attorno al ruolo che i legumi hanno, o si spera abbiano, nell’incentivare un’agricoltura che rispetti la terra e le ormai scarse risorse idriche. Una scelta quindi che unisce l’ecosostenibilità al mangiare sano, attraverso una dieta equilibrata e ricca di questi alimenti.

Per promuovere al meglio questa giornata, Italia Slow Food e Slow Food Youth Network Italia, hanno lanciato una call to action al grido di #AggiungiUnLegumeATavola, a cui hanno aderito ben 140 cuochi di altrettanti ristoranti da ogni regione del Bel Paese. Nei menù del giorno verrà proposto almeno un piatto a base di ceci, fagioli, fave, lenticchie e cicerchie.

Su e giù per la Penisola, sui tavoli la faranno da padrone i legumi, declinati nelle varie ricette regionali, come i ceci di Cicerale, accompagnati dalla vellutata con cicoria ripassata nel ristorante Vasilico di Salerno, i fagioli del Purgatorio di Gradoli, di Namo Ristobottega di Tarquinia. E ancora, il macco di fave sgusciate di Modica del ristorante Casa e Putia di Messina, una zuppa con le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio delll’Osteria della Villetta a Palazzolo sull’Oglio, e veramente molto altro. Tutti i piatti e i locali aderenti sono consultabili sul sito di Slow Food Italia.

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