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L'ex produttore cinematografico rischia fino a 25 anni di carcere, ma è stato assolto per il più grave reato di aggressione sessuale predatoria.
Si è chiusa con una grande e persino inaspettata vittoria del movimento #MeToo il processo ad Harvey Weinstein: il produttore di Hollywwod, accusato da oltre un centinaio di donne di molestie e violenze sessuali, è stato infatti condannato dalla giuria della New York State Supreme Court, composta da 7 uomini e 5 donne.
La condanna riguarda un caso di stupro di terzo grado, risalente al 2013, e il reato di atti sessuali criminali, compiuti nel 2006. L’entità della pena da scontare da parte del produttore cinematografico verrà decisa dal giudice, essendo stata convocata la prossima udienza per il giorno 11 marzo, ma si pensa che la condanna possa prevedere almeno 25 anni di carcere.
I capi di imputazione prevedevano anche il più grave reato di aggressione sessuale predatoria (che identifica più stupri consecutivi di primo grado), per il quale Weinstein avrebbe rischiato fino all’ergastolo, ma in questo caso è arrivata l’assoluzione.
Lo stupro di terzo grado prevede invece l’atto della forzatura di rapporti sessuali con una persona, la vittima, che non abbia mai esplicitato il proprio consenso (in primo grado sono coinvolte minacce o percosse, mentre il secondo grado prevede costrizioni meno pesanti). Gli atti sessuali criminali di primo grado, infine, consistono invece in rapporti anali oppure orali estorti con la costrizione o nel caso di un’impossibilità della vittima a difendersi.
Per ognuno di questi capi d’accusa Harvey Weinstein si è sempre dichiarato innocente, affermando trattarsi di rapporti consensuali. L’avvocato Donna Rotunno, a capo del team che difendeva il produttore, ha già annunciato di voler ricorrere in appello.
Le due donne che sono riuscite a portare Weinstein a processo sono Miriam Halevi, ex assistente di produzione dell’uomo che ha rivelato di essere stata costretto a praticare sesso orale, e Jessica Mann, attrice stuprata in un hotel. Le altre accuse che ricadevano nella giurisdizione dello stato di New York non sono state accettate, perché troppo vecchie. In ogni caso sono state ascoltate le testimonianze di altre donne, come per esempio quella di Annabella Sciorra, tra le prima ad accusare Weinstein. Il quale ora attende l’esito di un altro processo, che dovrà svolgersi a Los Angeles.
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