"I miei genitori erano dei mostri": Miguel Bosé si racconta in un'autobiografia

In El hijo del Capitán Trueno il cantante spagnolo parla della sua infanzia difficile e del suo complicato rapporto soprattutto con il padre, il torero Dominguín. "Aveva paura che diventassi gay".

Miguel Bosé torna a far par parlare di sé. Dopo le polemiche seguite alle sue dichiarazioni riguardo al Covid-19, che lui sostiene non sia mai esistito, e ai racconti di una vita di eccessi (“Ero arrivato a consumare due grammi di cocaina al giorno“), il cantante ha presentato la sua autobiografia, El hijo del Capitán Trueno (letteralmente Il figlio di Capitan Tuono).

In particolare, Bosé ha rivelato alcuni dettagli riguardo al suo complicato rapporto con i suoi genitori, entrambi molto famosi. È infatti figlio del torero Dominguín, molto popolare in Spagna, e dell’attrice italiana Lucia Bosé, scomparsa nel 2020 a causa del Coronavirus (ma ciò non è bastato a convincere il figlio, ancora convintamente negazionista). Nel libro il cantante, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa spagnola Efe, racconta di aver vissuto un’infanzia molto difficile a causa dei genitori, che definisce “mostri“.

Il problema che aveva Miguelito era quello di sopravvivere tutti i giorni a quei due mostri che così tanta ombra ed eclisse causavano“, recita il breve estratto della biografia di Bosé. Che, poi, ha raccontato di aver avuto molti problemi a rapportarsi con suo padre (morto nel 1966), soprattutto a causa della sua omosessualità. Per esempio, in un passaggio del libro rivela che il padre fosse molto preoccupato che il figlio potesse diventare gay a causa della sua passione per la lettura. “Mia madre gli chiese quale fosse il problema del fatto che io leggessi molto. “Che il bimbo sarà gay, Lucia! Di sicuro!” Mio padre voleva che fossi un uomo come Dio comanda: un “macho”, un cacciatore, un donnaiolo. Io ero di carattere più sensibile“.

E ancora: “Quando vidi che stava male, dopo il vaccino contro la malaria fatto prima di un safari in Mozambico, mio padre mi disse: “Non fare la ragazza, alzati e cammina come un uomo e smettila di avere le vertigini o scoprirai che cos’è un vero schiaffo”“. Una figura decisamente autoritaria quella del padre, che però, dopo molti anni, Bosé ha deciso di perdonare.

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