Ecco perché Fedez ha pubblicato gli audio delle sue sedute dallo psicologo

"Non voglio morire, ho paura che i miei figli non si ricorderanno neanche di me", le parole strazianti del cantante. Che, ospite al programma radiofonico 105 Friends, ha spiegato i motivi dietro alla sua azione, rispondendo anche a chi lo ha accusato di narcisismo.

A tre mesi dall’operazione che gli ha permesso di asportare il cancro al pancreas, Fedez ha condiviso nelle sue storie Instagram gli audio della sua seduta con lo psicologo. Tra le tante emozioni condivise, un grido di paura è emerso più forte degli altri: “Non voglio morire, non voglio morire, ho paura che i miei figli non si ricorderanno neanche di me“, le parole strazianti del cantante milanese.

Ospite di Tony Severo, Rosario Pellecchia e Romina Pierdomenico nel programma radiofonico 105 Friends, il rapper ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a pubblicare questi audio, rispondendo a chi lo ha accusato di narcisismo.

Io non avevo idea che avrebbe potuto scatenare un dibattito così grande all’interno della comunità psichiatrica o della psicoterapia“, ha esordito il cantante di Cigno Nero, che ha proseguito:

“Il mio tema è semplice: innanzitutto registrare le sedute è una cosa normalissima che si fa, pubblicarla un po’ meno. Io soffro di insonnia, mi sveglio molto presto la mattina, tipo alle 5, alle 6. Non avevo mai riascoltato quell’audio, quella mattina me lo sono riascoltato e ho cominciato a piangere come un cretino. Sto cercando di tenere aperta la finestra della mia malattia per non dimenticare, quella finestra mi aiuta a rivalutare le priorità della mia vita. Quindi riascoltando quell’audio per un attimo sono tornato indietro a quando ho scoperto di avere questo tumore e l’unica testimonianza che avevo era Google che mi diceva che sarei morto da lì a sei mesi, come capita sempre qualunque cosa di salute cerchi su Google”.

Non sono mancate le critiche di alcuni giornalisti – come riportato da Biccy, il riferimento è prbabilmente a Selvaggia Lucarelli – ma Fedez ha affermato di aver agito con le migliori intenzioni, al solo scopo di poter aiutare qualuno che magari si trova nella situazione da cui lui è riuscito a uscire “più o meno decentemente“.

Poi ha aggiunto:

“Un’altra cosa che c’è da dire è che le persone non fanno le cose per un solo motivo, le persone si mobilitano per una serie di motivazioni. Ovvio che in quello che ho fatto c’era anche la voglia di avere una carezza pubblica o di voler esorcizzare il male che ho provato. C’era questo ma c’era anche dell’altro. Quindi oggi leggere i giornalisti che mi danno del narcisista come se dicessero che sono un coglione. Ecco, io cito George Bernard Shaw: ‘Non mi piace fare la lotta nel fango con i maiali, uno perché ti sporchi tutto, ma soprattutto perché ai maiali piace’.

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