Lo staff di Gianluca Vacchi difende il proprio boss con un video su Instagram

Laluna Maricris Bantugon è la colf filippina che ha intentato una causa contro Gianluca Vacchi dopo i soprusi subiti – a detta sua – negli anni in cui ha prestato servizio in casa Vacchi. Ma un video Instagram del suo “GV Life staff” lo scagiona dalle accuse.

Dopo le accuse mosse ai danni di Gianluca Vacchi da una sua ex colf, la quale sosteneva anche di essere stata costretta a ballare a tempo per alcuni video TikTok dell’imprenditore o quest’ultimo avrebbe “spaccato tutto”, il GV Life staff diffonde su Instagram un video con cui difende il proprio capo e la sua famiglia, contestando le parole della ex collega.

“Siamo contrariati per quello che abbiamo letto e c’è scritto sui giornali perché non c’è niente di vero in quello che avete scritto o vi hanno detto. La nostra vita qui non trascorre tra una frustata e un insulto o qualcuno che ci tira una tazzina”.

Sono in otto, tra uomini e donne, in t-shirt nera, in una delle sale da pranzo di casa Vacchi. Il video messaggio dello staff prosegue:

“Siamo qui per lavorare ma anche per divertirci, nessuno ci obbliga a fare i TikTok o a infilarci una divisa (…). Come ogni datore di lavoro è normale che [Vacchi] si arrabbi se non vengono fatte le cose come dice lui (…). Non sempre quello che si dice sui social media è la realtà, noi siamo incavolati per tutto quello che abbiamo letto e sentito (…). Il dottore paga gli straordinari e ha anche l’umiltà di chiedere scusa quando alza la voce, chiede sempre per favore”.

Le difese nei confronti di Gianluca Vacchi proseguono attraverso queste parole:

“Anche perché quello che è stato detto, è stato detto da una persona che purtroppo per lei non ha più l’onore di stare in mezzo a questo team. Noi siamo qui in difesa del dottore, a sua insaputa. Non c’è nessuno che ci sta minacciando, noi siamo una grande famiglia che si vuole bene e il nostro datore di lavoro ci vuole bene, come ce ne vuole la signora e come ce ne vuole Blu. Loro [il pubblico] sono abituati a sentire il dottore che dice la parola “enjoy” ma esiste anche la parola “rispetto” (…). Siamo indignati con la persona che ha detto certe calunnie”.

I dipendenti si dicono arrabbiati per ciò che hanno visto e sentito. Dal diretto interessato, invece, ancora nessun commento.

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