Torino: 16enne ucraina esce dal coma ascoltando i Måneskin

Non si svegliava da tre mesi, da quando è rimasta ferita in un incidente stradale mentre era in fuga dalla guerra con la sua famiglia. Ma sono bastate poche note di un brano della sua rock band preferita, e Anna ha finalmente riaperto gli occhi.

Sono bastate poche note di un brano dei Måneskin, la sua rock band preferita, e Anna ha riaperto gli occhi. La 16enne era in coma da tre mesi, da quando è rimasta ferita in un incidente stradale mentre era in fuga dalla guerra in Ucraina.

L’adolescente e la sua famiglia si erano messi in viaggio il 24 febbraio 2022: suo padre ha avuto un colpo di sonno mentre era alla guida ed è morto sul colpo, lei è rimasta gravemente ferita e ha riportato un trauma cranico e vertebrale.

I volontari di MirNow, una rete di associazioni di solidarietà, hanno immediatamente trasportato Anna dall’ospedale di Leopoli al reparto di terapia intensiva del Cto di Torino, dove il 5 maggio intorno alle 18, si è svegliata da un sonno lungo tre mesi.

“La ragazza era in coma neurovegetativo, le è stata ridotta progressivamente la sedazione, ma continuava a non rispondere e a non svegliarsi. – ha raccontato a La Stampa il dottor Maurizio Beatrici, direttore della struttura complessa di neuro-riabilitazione, spiegando che mentre le prime note di un brano dei Måneskin risuonavano nella stanza – Ha eseguito un movimento in risposta a un comando verbale”.

“Per lei è come essersi svegliata su Marte. – continua il medicoNon parla italiano, così è intervenuto un volontario ucraino al primo anno di fisioterapia. Ora per Anna inizierà un percorso di riabilitazione seguita non solo dai medici, ma anche dai mediatori culturali e dagli psicologi”.

Gli altri membri della sua famiglia, la sorella Oksana, la mamma, Oksana anche lei, e il nipotino Nikita di sei anni, sono ospiti di Casa Giglio, una struttura nata per assistere le famiglie dei bambini ricoverati negli ospedali di Torino che quando è scoppiata la guerra ha dato disponibilità ad accogliere i profughi.

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