Prada collezione Primavera-Estate 2019

Alla Fondazione Prada è andata in scena la nuova sfilata della Signora della Moda, alla costante ricerca di un equilibrio tra ieri e domani.

Nel Deposito della Fondazione Prada, trasformato da AMO (la divisione dello studio di Rem Koolhaas che si occupa di ricerca e progettazione nei settori della politica, delle energie rinnovabili, della tecnologia, dell’editoria, della moda, dei media e naturalmente dell’architettura) in uno spazio multifunzionale, è andata in passerella la sfilata della collezione Primavera-Estate 2019 di Prada.

La seconda giornata di Milano Moda Donna, che ha visto in mattinata le proposte di Max Mara e Fendi per la prossima stagione, è quindi occasione per le 42 uscite di Miuccia Prada.

Linee pulite e strutturate, secondo gli stilemi della maison; poche le concessioni ai vezzi e ai dettagli: qualche fiocco piatto applicato sul fondo delle gonne o al collo, improvviso in vita, i bottoni che si moltiplicano ton sur ton, una cinta a sottolineare il décolleté, ora sopra ora sotto il seno.

Prada SS 2019 (Getty Images)

Gambe in primo piano: bermuda, gonne e minidress non scendono mai sotto il ginocchio, a mostrare una femminilità di altri tempi, quasi ci fosse la necessità, lascia intendere Prada, di riscoprire valori antichi senza però disconoscere il presente.

Ecco allora che i tessuti sono moderni e performanti, innovativi nelle lavorazioni e nelle texture, ma le forme arrivano dirette dagli anni Sessanta, con gli abiti a trapezio e le borse al braccio, da signora di altri tempi.

Prada SS 2019 (Getty Images)

Sembra di intravedere la sensualità controversa di Catherine Deneuve in Belle de Jour (allora fu il mitico Yves Saint Laurent a vestire l’attrice francese), nei cappottini doppiopetto e nelle gonne a matita sottolineate dalle cinture sottili: ispirazione infinita, d’altronde, la Severine di Luis Buñuel.

Prada SS 2019 (Getty Images)

E se le prime uscite si concentrano su abbinamenti audaci di colori vividi, dominati dal nero, dal marrone, dal rosso e dal verde acido, nella seconda parte della sfilata fanno la loro apparizione trasparenze e stampe variopinte.

Prada SS 2019 (Getty Images)

Belli gli accessori, dalle handbag, nere o colorate, alle décolleté a punta rasoterra, fino ai sandali elasticizzati, all’insegna della comodità estrema.

Prada SS 2019 (Getty Images)

Nulla è semplice nella nuova collezione di Prada, nulla è scontato, alla ricerca come sembra essere di trovare un equilibrio tra ieri e domani, così da vestire una donna borghese e rispettabile, ma non troppo…

Dietro le quinte

La polemica impazza su Milano e lei, la più intellettuale delle stiliste, non poteva esimersi da un commento sull’articolo del New York Times relativo al lavoro in nero che, secondo l’inchiesta pubblicata durante la Milano Fashion Week, starebbe dietro grandi brand del Made in Italy: “Nessuno è sano ma ognuno fa del suo meglio, accanirsi solo con la Moda è sbagliato“, ha detto Miuccia Prada a margine della sua sfilata. “Tutte le aziende hanno codici e ispettori ma il mondo reale è più complicato, c’è sempre qualcuno che si fa corrompere“.  Per poi aggiungere: “La Moda è impegnata in un processo graduale di cambiamento“.

Alla holding Prada, in particolare, tutte le principali associazioni animaliste nel mondo, riunite nella coalizione internazionale Fur Free Alliance (di cui LAV è unica rappresentante per l’Italia), stanno chiedendo di rinunciare definitivamente alle pellicce animali, così come già pubblicamente dichiarato da altre icone della moda italiana e internazionale quali Gucci, Armani, Versace, Hugo Boss, Burberry e molti altri operatori del settore moda, compreso il leader mondiale dell’e-commerce d’abbigliamento Yoox Net-A-Porter-Group e, recentemente, proprio la Fashion Week di Londra. E centinaia di migliaia di cittadini nel mondo, dal Giappone agli Stati Uniti, stanno “inondando” Prada di e-mail, telefonate e messaggi pubblicati sui social del brand, con un unico appello: #Pradafurfree

Io le pellicce non voglio più farle; già oggi rappresentano solo lo 0,1% del prodotto, ma non amo gli annunci, dirò che non le faccio più quando sarà cosa fatta e finita“, ha fatto sapere la stilista.

Gli animalisti, però, non desistono: “Prada sta investendo molte risorse nello sviluppo di fibre man-made, altamente performanti e più rispettose dell’ambiente e, ovviamente, degli animali. Il fur-free è una scelta socialmente responsabile: sollecitiamo la maison Prada a consolidare, con una specifica policy, questo lodevole impegno che i più grandi marchi internazionali della moda hanno già abbracciato“,  ha detto Simone Pavesi, responsabile LAV – Area moda Animal Free.

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