
Fashion Alert: abito da cocktail a prova di dress code
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Nato per tenere al caldo i corpi militari, il Caban ha superato decenni di moda e tendenze, arrivando fino al nostro guardaroba. Capospalla perfetto per andare incontro alla primavera.
Il Caban è il classico esempio di quando si dice “rubare dal guardaroba del fidanzato”: nato come capospalla maschile, Jackie Kennedy è stata una delle prime donne a indossarlo negli anni ‘60 quando fu prima la First Lady d’America al fianco del compianto presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, e poi icona di stile sulle copertine dei giornali di tutto il mondo, accanto all’armatore greco Aristotele Onassis. Jackie sdoganò la presenza del Caban anche nel guardaroba femminile, da allora è diventato un cappotto must have anche per la donna.
Tra i divi del cinema ad averlo indossato per primi favorendone la sua incredibile diffusione di massa ci sono Robert Redford, nel film del 1975 I tre giorni del Condor, Steve McQueen, in Quelli della San Pablo del 1966, e Gregory Peck, nel film del 1956 Moby Dick. Persino l’affascinante James Dean veniva spesso immortalato con un ampio Caban.
Chiamato anche Peacoat o Pea Jacket, è stato il cappotto indossato nell’800 prima dai marinai olandesi, poi da quelli inglesi della Royal Navy, infine da quelli americani della U.S. Navy. Era nato per l’esigenza di mettere un cappotto pratico addosso ai militari, che permettesse loro di stare al caldo anche sotto le temperature più rigide senza però essere ostacolati: il taglio corto e svasato e le maniche a giro servivano proprio per permettere libertà di movimento a chi lo indossava.
Per definizione il Caban è rimasto un cappotto ampio dal taglio sportivo, e nonostante gli anni che passano non ha perso la sua anima militare: letteralmente Pea Coat deriva da Pijjakker, termine olandese che si usa per indicare un cappotto fatto di lana grossa. Caban invece deriva dall’inglese: Cab significa carrozza, era infatti il cappotto indossato dai cocchieri della famiglia reale britannica.
Il Caban rappresenta quel tipo di cappotto che si posiziona tra il trench e il piumino e che tiene al caldo quanto basta mentre ci si avvicina lentamente alla primavera. La versione più classica è quella con doppiopetto nei toni del blu con 6 o 8 grandi bottoni dorati, ma diversi stilisti l’hanno proposto in numerose varianti, come la versione in denim di Giorgio Armani che risulta perfetta nel caso in cui si stia cercando un look più sbarazzino e meno formale.
È grazie però al genio di Yves Saint Laurent se il Caban è diventato ufficialmente anche un capo femminile: dopo di lui tutti gli altri grandi stilisti l’hanno seguito a ruota, proponendo infinite varianti di Caban nel corso dei decenni, una per ogni occasione possibile.
Non bisogna farsi spaventare dalla linea ampia e militaresca, il Caban può diventare infatti estremamente femminile: per un’occasione elegante può essere indossato con un abito o una longuette e degli stivali alti. Accessori minimal completeranno il look.
Diventa il capospalla perfetto anche nel caso in cui si voglia ottenere uno stile “marinaro”, abbinandolo a delle scarpe basse, un paio di leggings o jeans skinny e un maglione oversize.
Per un look di ispirazione anni ‘70 invece si può provare ad abbinarlo a un pantalone ampio, magari in una stampa fantasia, con una scarpa bassa. Dei grandi occhiali da sole faranno sentire come delle star del cinema. Quanto al colore, se si cerca un capospalla neutro si può puntare al color cammello o verde militare, per un look più elegante invece si può optare per il grigio. Il blu navy rimane il colore originale ed è perfetto per il look marinaro.
Il Caban è dunque il capo perfetto per andare incontro al primo sole primaverile senza rinunciare al tepore di un cappotto avvolgente, in grado di tenere al caldo alla giusta temperatura.
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