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Alessandro Michele apre la Milano Moda Donna con la sfilata dedicata a The Ritual: una performance capolavoro destinata a restare negli annali.
Inizia con un omaggio a Federico Fellini (nel centenario della nascita of course) la strepitosa sfilata di moda con cui Alessandro Michele ha presentato la collezione Gucci Autunno-Inverno 2020/2021 in apertura della Milano Moda Donna.
«Il cinema era proprio questo: era suggestione ipnotica, ritualistica, legato a qualcosa di religioso. Si usciva di casa, si parcheggiava la macchina in qualche posto, poi ci si incolonnava … Tutto il rituale: il biglietto, la tenda che si apriva, la mascherina, guardare la platea mezza illuminata, riconoscere degli amici, poi questa luce che si attenua, lo schermo che si accende e comincia la rivelazione», sono le parole del regista all’indomani della presentazione del film La nave va, del 1983.
Ed è al rituale che lo stilista romano dedica la sua nuova performance: un capolavoro sulle note del Bolero di Ravel che destruttura la sfilata di moda dalla preparazione delle modelle fino all’esposizione in vetrina degli abiti.
In collezione? Un’infinita variazione su un medesimo tema, proprio come il Bolero e come i film di Fellini, nel trionfo più assoluto del meta-testuale. Nella teca rotante, citazione neanche troppo velata della celeberrima giostra di vetro messa in scena da Alexander McQueen per la Primavera-Estate 2001, Alessandro Michele mette in mostra la storia della moda, dal tailleur agli abiti dei padri pellegrini, dai paletot anni ’70 alle crinoline, il tartan e le maxi rouches, il velluto e il tulle. E un’infinità di borse, scarpe e accessori che fanno la fortuna del brand e della Kering.
Poco importa se nella Gucci Autunno-Inverno 2020/2021 i pantaloni siano slim o cropped, se le gonne a campana o a sigaretta: il medium è il messaggio e la destrutturazione del rituale è più importante del rituale stesso, in una affastellarsi di citazioni e rimandi, da Fellini fino a Claude Lévi-Strauss per una “dichiarazione d’amore al cinema forse un pochino troppo privata, narcisistica, spudorata senza limiti, ma comunque è quello che ho fatto“, chiude Michele con la voce di Fellini. Ovazioni al genio.
Articolo originale pubblicato il 19 febbraio 2020
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