Festival di Sanremo 2021: possibile un rinvio di alcuni mesi

Secondo Walter Vacchino, che gestisce il teatro della kermesse canora, si dovranno aspettare gli sviluppi della ricerca medica per capire come procedere.

Il mondo dello spettacolo è tra quelli più colpiti dalla crisi generata dalla pandemia da Coronavirus. La precauzione del distanziamento sociale rende infatti molto difficile organizzare eventi come proiezioni cinematografiche, concerti e altro ancora, incluse le riprese dei programmi televisivi. E il Festival di Sanremo 2021, commistione di musica e televisione, potrebbe risentire di questo clima di incertezza.

A parlarne è Walter Vacchino, il direttore amministrativo dell’Ariston S.r.l. e proprietario del Teatro Ariston di Sanremo, che ha chiuso il festival il 9 febbraio per poi ricevere la prima normativa del governo esattamente due settimane dopo.

Nonostante tutto, sopratutto i disagi economici causati dalla chiusura dello spazio in cui si esibiscono artisti e performer, Vacchino si dice ottimista riguardo al futuro. Il futuro sul palcoscenico però è incerto, sopratutto per quanto riguarda questioni di sicurezza e di misure d’emergenza per le quali non è possibile concedere alcuna deroga dopo i sacrifici imposti a tutto il Paese: “C’è una priorità assoluta: la capacità della scienza di trovare l’antidoto per questo veleno che ci sta intossicando. Se riusciamo a far rientrare in una lotta più consona tra il corpo e il virus senza che abbia questi effetti devastanti, ecco che potremmo riassestare la nostra macchina. Ma penso che sarà una fase non brevissima.”

Nel frattempo gli spettacoli previsti all’Ariston sono stati riprogrammati, in particolar modo per quelli previsti ad aprile e maggio, con rimborsi e spostamenti di date. I dipendenti del teatro invece sono in cassa integrazione. E poi c’è la questione più spinosa, quella del Festival di Sanremo.

Impossibile al momento ragionare con certezza, in quanto tutte le ipotesi sono ancora valide. Di certo Vacchino non è intenzionato a organizzare una manifestazione in chiave minore, per cui si può prevedere un rinvio di alcuni mesi in vista del ritorno a una parziale normalità: “Se la data di inizio febbraio non permette di fare un Festival con luci, lustrini e tutto il resto, allora può essere che si pensi di spostarlo in avanti di uno o due mesi. Ovviamente se tutto questo permette di essere più tranquilli per tutti i protagonisti, dagli artisti agli addetti ai lavori e se la programmazione Rai lo può prevedere. L’altra ipotesi, quella più ottimistica, è che ai primi di febbraio la situazione sia tale da permettere, rispondendo a certe norme, di godersi lo spettacolo come in qualsiasi altro teatro. C’è un’ultima ipotesi che non voglio nemmeno tenere in considerazione…”.

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