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Ha inventato il tailleur e il tubino nero, liberato la donna dal corsetto e insegnato a essere libere con il lavoro: a scuola di eleganza da Mademoiselle.
Dalla petite robe noir, il tubino nero, fino al tailleur, a Coco Chanel si devono alcune delle più celebri invenzioni della storia della moda e alcune lezioni di stile a cui potersi ispirare dopo più di un secolo dalla sua nascita. Le sue frasi sono diventate famose e il profumo Chanel N. 5 è una delle fragranze più longeve e più acquistate di sempre.
Nata nel 1883 da una famiglia di venditori ambulanti, rimasta orfana di madre a 12 anni e allevata severamente in un convento di suore a Corrèze, la giovane Gabrielle Bonheur Chanel sembrava destinata a una modesta vita di provincia, se non fosse stato per il suo genio, il suo carattere, il suo coraggio che ne hanno fatto invece una delle grandi protagoniste del Novecento.
Dopo di lei, solo Karl Lagerfeld è riuscito a portare avanti la sua eredità, regalando alle donne un uovo guardaroba con cui sentirsi belle e al passo coi tempi.
È stato dopo Coco Chanel, infatti, che la donna ha potuto desiderare di essere libera e moderna: Mademoiselle, che non si è mai sposata, vestiva da uomo, prediligendo la moda confortevole, androgina e sportiva, realizzata per assecondare il corpo non per dominarlo. Ieri come oggi, ecco 10 lezioni di stile di Coco Chanel a cui ispirarsi.
Chanel dirà di Christian Dior: “Addobba delle poltrone, non veste delle donne: l’eleganza è ridurre il tutto alla più chic, costosa, raffinata povertà“.
Coco sosteneva che il nero e il bianco “sono assoluti e di estrema eleganza“. Gli altri colori utilizzati nel corso delle sue collezioni saranno il beige, il grigio e il blu marine. Indossando una di queste tinte non si sbaglia mai.
Da subito aveva accorciato la gonna poco sopra il polpaccio, senza mai scoprire una delle parti, secondo lei, meno graziose del corpo femminile: il ginocchio. Per questo, negli anni Sessanta, si oppose con forza all’introduzione della minigonna (fu qualche anno dopo Karl Lagerfeld a riabilitare quella parte femminile, accorciando le gonne, dopo aver dichiarato: (“Se una donna può mostrare i gomiti, può mostrare anche le ginocchia).
“Prima di uscire, guardati allo specchio e togliti qualcosa“, recita un suo celebre aforisma. D’altronde in tutta la sua vita non fece che ricordare come il lusso sia il contrario della volgarità, non della povertà.
Sin da prima della guerra, Gabrielle pensava che i gioielli non dovessero mai restare separati dalla concezione di femminilità e da ciò che indossa. Da qui il suo interesse per la bigiotteria, i cui costi contenuti permettono di rinnovarla più facilmente a seconda delle mode.
Mademoiselle impose il nuovo modello femminile, la donna dinamica e lavoratrice che non poteva più agghindarsi con abbigliamento scomodo e costrittivo imposto dalla Belle Epoque. Una tra le famose frasi della stilista: “La vera eleganza non può prescindere dalla piena possibilità del libero movimento”.
Per tutta la vita indossò sempre lo stesso colore sulle labbra, sdoganando il rosso fuoco da tinta per cortigiane ad accessorio immancabile. “Se sei triste, metti un po’ più di rossetto e vai all’attacco. Gli uomini odiano le donne che piangono“.
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“Si esce la mattina in beige e nero, si pranza in beige e nero, si va ad un cocktail in beige e nero. Si è eleganti da mattina a sera!“, affermava nel 1957 Coco Chanel a proposito della slingback, la celebre décolleté beige con punta nera, cinturino e tacco quadrato, disegnata dal maestro-calzolaio Raymond Massaro. La lezione? “Una donna con ai piedi delle belle scarpe non è mai brutta“.
“L’educazione di una donna consiste in due lezioni: non lasciare mai la casa senza calze, non uscire mai senza cappello“.
“È l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza“, non a caso commissionò nel 1921 a Ernest Beaux quella che sarebbe diventata la più famosa e venduta fragranza di tutti i tempi, Chanel n.5.
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Articolo originale pubblicato il 28 marzo 2019
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