I migliori podcast sul mondo della moda
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Oggi parliamo di un vino speciale, il "vino del Presidente". Ovvero il vino preferito dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, grande estimatore e produttore lui stesso del Dolcetto di Dogliani, che molto impegno ha profuso per la valorizzazione e affermazione del vino della regione che gli ha dato i natali. Zona di produzione e vitigni La zona di produzione del Dolcetto di Dogliani si trova nel sud del Piemonte, nella parte bassa delle Langhe. Comprende il territorio di nove comuni attorno a Dogliani: Bastia, Belvedere Langhe, Clavesana, Cigliè, Dogliani, Farigliano, Monchiero, Rocca di Cigliè ed in parte il territorio dei comuni di Roddino e Somano, in provincia di Cuneo. Le Langhe meridionali godono di un clima ideale per il Dolcetto, che non ama il caldo eccessivo. Le Langhe, infatti, si trovano nella zona più alta e fresca, vicina alle Alpi Marittime e all’Appennino Ligure: proprio il clima fresco consente all'uva di conservare i suoi delicatissimi profumi. Il vitigno è il Dolcetto al 100%. Caratteristiche organoletttiche Il Dogliani DOCG ha un colore rosso rubino intenso con sfumature di mora e di viola; un intenso profumo caratteristico di mora, ciliegia e lampone, di piccoli frutti rossi, e di fiori freschi e spezie dolci con l'invecchiamento; il sapore è secco, deciso, armonico, piacevole per il retrogusto finemente mandorlato, fragrante, fruttato, delicato e di discreto corpo. La gradazione minima è di 12,5. Il Dogliani DOCG a tavola Il Dolcetto è un vino che si definisce da tutto pasto, che accompagna cioè tutto il pasto, soprattutto antipasti piemontesi, salumi, arrosti, carni bianche e formaggi molli o semiduri della zona d'origine, come le deliziose robiole e tume di pecora dell’Alta Langa. Accompagna egregiamente i piatti tipici langaroli e i cibi robusti, leggermente piccanti. Ideale in abbinamento a bolliti e stracotti. Ottimo con i tradizionali tajarin (i tagliolini all’uovo) conditi con ragù di frattaglie, i ravioli del plin, la minestra di trippe e ceci, il brasato, lo stracotto, il bollito preparato con il bue grasso di Carrù e la selvaggina in salmì. È soprattutto un vino per tutti i palati Si serve in calici da vino rosso di media ampiezza ad una temperatura compresa tra i 16 e i 18 °C. Per apprezzarlo al meglio si consiglia di berlo fra i due e i cinque anni dalla vendemmia. Per gustare completamente tutte le qualità del Dolcetto di Dogliani Superiore è opportuno sturare la bottiglia a temperatura ambiente, maneggiando delicatamente per evitare di scuotere l'eventuale deposito. Un po' di storia Sembra che la viticoltura in queste zone abbia origini molto antiche, risalenti addirittura al IV secolo avanti Cristo, quando le popolazioni celtiche insediatevisi stabilmente in zona introducono la coltivazione della vite appresa dagli Etruschi. Alcune anfore vinarie, conservate presso il Museo archeologico Gabetti di Dogliani, confermano anche che in epoca romana la cultura del vino in loco è ben radicata. Dal Medioevo iniziano le prime citazioni scritte sul vitigno Dolcetto, che risulta presente sui colli delle Langhe meridionali già nell’XI secolo: alcuni documenti, infatti, comprovano il commercio vinicolo di quel periodo. Un altro documento, del 1369, informa che i marchesi di Saluzzo concedono ai cittadini di Dogliani la libertà di disporre dei propri beni e l’esenzione dalle tasse e dagli obblighi militari, purché fosse concessa loro un’imposta da pagarsi in vino. All’agosto del 1593 risale un’ordinanza della Municipalità di Dogliani, che disciplina la vendemmia delle uve Dolcetto, minacciando la confisca dell’intero raccolto ai trasgressori, a testimonianza che già in quell'epoca la coltivazione del vitigno Dolcetto è già ben regolamentata. E con il passare dei secoli gli estimatori crescono e fra gli estimatori uno di particolare rilievo, come il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che alla fine dell’Ottocento inizia in prima persona a produrre Dolcetto di Dogliani, dando inizio ad una valorizzazione di questo vino che riceve l'affermazione ufficiale nel riconoscimento della Doc nel 1974: nello stesso anno il Dolcetto di Dogliani rivendica e ottiene una sua autonomia rispetto al Dolcetto d’Alba. Nel 2005, con la DOCG, il vino Dogliani viene riconosciuto come la massima espressione qualitativa del Dolcetto, l'eccellenza enologica di un vitigno che nella zona di Dogliani ha trovato il suo habitat preferito e le condizioni ideali per regalare un vino dal carattere secco e deciso, anche se in contrasto con il suo nome. La Docg “Dogliani” è stata riconosciuta con approvazione del relativo disciplinare di produzione dal Mipaf (G.U. n. 170 del 23 luglio 2005). Photo Credit: lucarinaldi via photopin
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Uno degli abbinamenti più golosi in cucina è certamente fragole e crema pasticciera: usati per farcire il classico Pandispagna, danno vita a un dolce leggero e gustosissimo, da sempre apprezzato da grandi e piccoli. Vi proponiamo quindi una ricetta di facile realizzazione che vi permetterà di creare una splendida torta di compleanno per i vostri bambini. Ingredienti per il Pandispagna -5 uova intere (che dovrete pesare, ma che dovrebbero attestarsi intorno ai 250 grammi) -stesso peso di zucchero -stesso peso di farina per dolci o 00 -una bustina di lievito per dolci -mezzo bicchiere di latte Procedimento per il Pandispagna Montate con le fruste le uova intere assieme allo zucchero, fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete poco per volta la farina setacciata e continuare a lavorare con le fruste stando ben attente a non lasciare grumi. Riscaldate leggermente il latte e sciogliete al suo interno una bustina di lievito. Incorporate quindi il latte al composto precedente ottenuto e infornate in una teglia imburrata e infarinata a 180 gradi per circa 20/25 minuti. Ingredienti per la farcitura -500 grammi di fragole (tenetele alcune da parte per la decorazione) -500 ml di latte intero -4 tuorli -100 grammi di zucchero -una bacca di vaniglia o alcune gocce di aroma alla vaniglia oppure un limone o una arancia biologici Procedimento per la farcitura Tagliate le fragole a pezzettini e lasciatele in una coppetta. Mettete sul fuoco una casseruola con il latte; prendete la bacca di vaniglia e incidetela con un coltellino affilato per estrarne i semini raschiandoli via, quindi aggiungeteli al latte. In sostituzione, usate alcune gocce di aroma alla vaniglia, che troverete facilmente al supermercato in fialette. Quando il latte avrà sfiorato il bollore, spegnete il fuoco e lasciate in infusione per 5 minuti. Se gradite maggiormente l'aroma di limone o di arancia, usateli come alternativa alla bacca di vaniglia e aggiungete la loro scorza grattugiata al latte facendo attenzione a non grattugiare anche la parte bianca del frutto, che è amarognola. Intanto sbattete i tuorli con lo zucchero con le fruste; quando saranno bianchi e spumosi, aggiungetevi il latte aromatizzato e rimettete il tutto sul fuoco a fiamma bassa, mescolando continuamente finché la crema non si sarà addensata. Poi ponetela in una terrina, coperta con la pellicola trasparente a contatto in modo da non far formare la crosticina. Quando il Pandispagna si sarà raffreddato, tagliatelo in due e farcitelo con la crema cui avrete unito i pezzettini di fragole. Consigli finali per la torta di compleanno I più golosi potranno decorare la torta con della panna montata e fragole intere. Ai più attenti ai dettagli consigliamo di guarnire il bordo della torta con delle lingue di gatto. Non vi mancano che le candeline! photo credit: Daniele Muscetta via photopin cc
Il protagonista vive la vita che ha sempre sognato e ha ciò che desiderava fin da bambino: il posto fisso. Ma una riforma del governo mette a rischio il suo lavoro. In programma il 9 novembre, è la pellicola italiana più vista di sempre, con un incasso di 65 milioni di euro.
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Sangiovese di Romagna Doc: nome, profumo e sapore che raccontano il territorio e la storia della Romagna. Il Sanzve’s, Sangiovese in dialetto romagnolo, è lo specchio fedele del carattere dei romagnoli: sincero, esuberante, forte, caloroso e delicato. Il Sangiovese è stato il primo vino romagnolo ad aver ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata, nel 1967. Caratteristiche organolettiche Il Sangiovese di Romagna Doc si ottiene da uve di Sangiovese dall'85% al 100% e per un massimo del 15% insieme ad altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione per la regione Emilia-Romagna. Questo vino ha un bel colore rosso rubino, talvolta con orli violacei, con sentori di viola e frutti rossi. Al gusto si presenta asciutto, armonico e leggermente tannico, con retrogusto gradevolmente amarognolo. La gradazione alcolica minima deve essere di 12°. Il Sangiovese di Romagna Doc si può consumare dopo il 1° dicembre dell'anno di produzione delle uve. La denominazione Sangiovese di Romagna Riserva ha bisogno di un invecchiamento più lungo: dal 1° dicembre dell'anno di raccolta delle uve, non meno di 24 mesi, di cui almeno 2 in bottiglia. Il Sangiovese di Romagna Doc a tavola Il Sangiovese di Romagna Doc, ambasciatore della propria terra per antonomasia, si abbina bene ad antipasti a base di salumi e a tutti i primi piatti fatti in casa, le minestre romagnole – cappelletti, garganelli, tagliatelle, lasagne al forno, pappardelle, strichetti, lasagne fini, maltagliati e quadrettini – condite con sughi di carne o di pomodoro, arrosti misti e grigliate, i classici castrato e cosciotto d'agnello, selvaggina e cacciagione, nonché stracotti, brasati e formaggi a pasta dura come Parmigiano Reggiano e Grana Padano stagionati e formaggio di fossa. Il Sangiovese Superiore è più adatto a pietanze come brasato, selvaggina di piuma e faraona. Si serve a temperatura di cantina. Curiosità Per rendere un omaggio solenne alla nascita del Sangiovese di Romagna, nel 1976 il Tribunato di Romagna, l’Ente Tutela Vini di Romagna, la Società del Passatore e l'Associazione Italiana Sommelier hanno collocato proprio sul monte Giove una lapide con la scritta "Qui sul colle/ che di Giove ha il nome/oggi XXIX ottobre MCMLXXVI/ la Romagna dei Vini/ e dei vigneti/ recinge la fronte del nume/ con l'aureola/ del San-Giovese/ rivendicandone/ con certezza di fede/ la feconda primogenitura". Un po' di storia Le origini del Sangiovese di Romagna Doc sono incerte, a cominciare dal nome. Secondo alcuni proverrebbe da "Sanctus Zeus", il dio Giove degli antichi Romani, mentre altri lo fanno derivare da monte Giove o colle Jovis, una collina nei pressi di Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini. Su questa collina esisteva un convento di frati circondato da vigneti. Si racconta che, durante un banchetto, a un illustre ospite del convento che chiedeva di sapere il nome del vino offertogli, i monaci, presi alla sprovvista, risposero: “Sanguis Jovis”, nome che da allora identificò quel vino come Sangiovese. Ma è solo leggenda... Qualunque sia l’origine del vitigno Sangiovese, oggi il Sangiovese prodotto nell'area romagnola, nelle tipologie di base, Novello, Superiore e Riserva, va conoscendo una sempre maggiore e costante crescita di qualità, che lo ha reso un prodotto d'eccellenza come gli altri vini più nobili. Il Sangiovese di Romagna Doc è il simbolo dell'Ente Tutela Vini di Romagna, (www.consorziovinidiromagna.it), consorzio di produttori vitivinicoli nato a Forlì nel 1962 con lo scopo di tutelare i vini di Romagna e vigilare sulle doc. Ci piace presentarvi una poesia di Aldo Spallicci, Pampna, pubblicata in “Poesie in volgare di Romagna”, edite da Garzanti nel 1971. Sanzves Indentr'a e' védar de' bichìr l'è cêr ch'us ved de' cant ad là. Dò che toca l'arfà cun cla punta d'amêr. Sanzves, Sanzves, e' bé ross ch'u t'aiuta a buté fura vì tot al malincunì. Avanti! a la saluta! L'é coma e' bòzzal che fa post a e' fior e de' fior l'ha l'amor. Boca bona, che "engua!" cma che s-ciòca la lengua! Traduzione SANGIOVESE Dentro al vetro del bicchiere è limpido (tanto) che vi si vede oltre (dalla parte opposta). Dove tocca rifà (rinnova) con quella punta di amaro. Sangiovese, Sangiovese, il vino rosso che t'aiuta a gettar via tutte le malinconie. Avanti! alla salute! E' come il boccio che fa posto al fiore e del fiore ha il gusto (il sapore). Bocca buona, che "sangue di..." come schiocca la lingua! Notizie recenti sul Sangiovese di Romagna doc, il vino della Solidarietà Dal Sangiovese di Romagna Doc ‘nasce’ l’acqua per una regione del Kenia flagellata da un’aridità perenne. È quasi un miracolo, un miracolo come quello congegnato dal CEFA onlus, organizzazione nazionale con sede a Bologna, molto attiva in progetti agronomici di sviluppo nel terzo mondo, e Cantina di Cesena, 610 soci coltivatori nei dintorni della città, per una produzione totale di 80.000 ettolitri di vino. La Cantina Sociale di Cesena destinerà infatti 60 centesimi come donazione al CEFA per ogni bottiglia venduta di un Sangiovese di Romagna superiore doc 2007 appositamente prodotto. www.cantinacesena.it www.cefaonlus.it photo credit: Luptor via photopin cc https://www.diredonna.it
Dimagrire con il nuoto è possibile, basta sapere come farlo nel modo corretto seguendo un programma di allenamento mirato ed efficace e curando la propria alimentazione: ecco come
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Aviatore, regista e produttore cinematografico, ebbe una vita così interessante da spingere il regista Martin Scorsese a girare un film su di lui. Come pilota compì il giro del mondo in poco più di tre giorni.