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Negli USA un'azienda composta da ex manager della NASA sta raccogliendo fondi per progettare i primi viaggi turistici sulla Luna, previsti entro il 2020.
Fra i primi a pensare ai viaggi nello spazio ci fu sir Richard Brason, il miliardario proprietario del marchio Virgin. Ora l’idea è venuta alla Golden Spike, una società americana guidata da ex direttori o dirigenti nella NASA (l’ente spaziale statunitense), che insieme a ingegneri ed esperti di marketing stanno progettando una raccolta fondi su larga scala per portare dei turisti fuori dall’orbita terrestre.
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Un obiettivo importante, visto che tali viaggi nello spazio potrebbero diventare realtà prima del 2.020. Meno di 7 anni, dunque, per raccogliere la somma necessaria per dare il via all’operazione “uomo sulla Luna”.
Come molte aziende, per raggiungere il suo obiettivo la Golden Spike punta al crowdfunding ossia a una raccolta di denaro da parte di semplici cittadini o aziende interessate a partecipare in qualche modo all’evento che sta iniziando ad avere un’eco mediatica soprattutto dall’altra parte dell’Atlantico.
«L’obiettivo minimo? Sono 240.000 dollari, vale a dire un dollaro per ogni miglio che separa la Terra dalla Luna».
Così ha detto Alan Stern, che oltre a essere il CEO della società è anche uno scienziato planetario ed ex capo delle missioni scientifiche della NASA.
La raccolta, intanto, è iniziata dopo la presentazione del programma “turistico” che prevede anche l’esplorazione della Luna, esattamente 40 anni dopo l’ultima missione dell’Apollo 17. Già, perché l’obiettivo principale dell’azienda, guidata da scienziati che ebbero ruoli di alto rilievo presso l’ente spaziale made in USA, è quello di “effettuare affidabili, frequenti spedizioni sulla Luna alla portata di molti”.
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«I nostri viaggi saranno venduti ad agenzie governative, aziende e privati cittadini negli USA e all’estero che vogliano effettuare ricerche scientifiche o anche semplicemente per aprire un nuovo orizzonte alla propria vita».
Come fonte di introito, ci saranno sia i proventi del crowdfunding sia i soldi ricavati dalla quota di partecipazione al viaggio, dai diritti televisivi e dalla vendita degli spazi pubblicitari sulla navicella che per la prima volta porterà fuori dalla Terra dei marchi di aziende sponsor.
Il programma è già iniziato e si prevede che abbia un grande seguito da parte dei cittadini, che in base alle somme già raccolte hanno già manifestato un forte entusiasmo per l’iniziativa. Le somme che via via saranno raccolte saranno utilizzate per far partire il progetto “viaggio nello spazio”, che richiede una sperimentazione teorica di almeno 4 anni per poi, nel 2017, dare il via ai primi test di volo.
Secondo il costume statunitense, tutto si trasformerà in uno spettacolo televisivo seguito in mondovisione, tranne che per i pochi fortunati che lo seguiranno in prima persona.
Fonte: La Stampa
Articolo originale pubblicato il 22 febbraio 2013
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