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Tutto quello che c'è da sapere sull'appuntamento in Laguna, all'Arsenale e ai Giardini, dall'11 maggio al 24 novembre.
L’appuntamento è per l’11 maggio, giorno in cui aprirà i battenti la Biennale Arte 2019, in programma all’Arsenale e ai Giardini di Venezia fino al 24 novembre e, nell’attesa, sono tanti gli eventi organizzati in città per celebrare la kermesse, tra cui la presentazione del padiglione Venezia.
Raccontato nelle sale di Ca’ Farsetti, sede del Comune di Venezia, alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, della curatrice Giovanna Zabotti, dei direttori artistici Alessandro Gallo e Stelios Kois, del commissario del Padiglione Maurizio Carlin, dello staff curatoriale e degli artisti, il padiglione Venezia è uno dei più attesi.
Tutto quello che c’è da sapere.
Il padiglione Venezia è un chiaro omaggio alla città, con gli elementi caratteristici della laguna che sono stati utilizzati per la costruzione della struttura. Un padiglione che è un’esperienza immersiva, con l’obiettivo di coinvolgere lo spettatore con la sollecitazione di (quasi) tutti i cinque sensi.
Il padiglione si compone di una grande vasca d’acqua con al suo interno una struttura gonfiabile. Quindi, una sorta di ricostruzione di Venezia, con tanto di bricole in marmo, che potranno essere toccate dai visitatori. Tanti altri gli elementi utilizzati: il legno, la pietra, la corda e il tessuto.
Tutto sarà poi immerso nella nebbia, con un’ambientazione olfattiva e un’opera sonora in filodiffusione. “Vogliamo donare un’interpretazione dell’arte sotto diversi punti di vista“, ha spiegato il direttore artistico Alessandro Gallo, le cui parole sono state riprese dalla curatrice Giovanna Zabotti: “Il padiglione deve essere un’opera dedicata a Venezia, che è il luogo delle possibilità, e non più solo un raccoglitore di opere diverse“.
Sono sette gli artisti internazionali a essere stati coinvolti nella realizzazione del padiglione Venezia della Biennale 2019. La struttura gonfiabile all’interno del padiglione è stata realizzata dalla piattaforma Plastique Fantastique, fondata e portata avanti dall’italiano Marco Canevacci e dalla sudcoreana Yena Young. Questa sarà collegata alle bricole in marmo, strutture firmate invece dallo scultore italiano Fabio Viale.
Tra i nomi principali del padiglione sono sicuramente da segnalare quelli del regista Ferzan Özpetek, che per l’occasione ha chiamato la sua “musa” Kasia Smutniak: insieme sono autori della sezione cinematografica del padiglione. E poi un’altra sezione sarà dedicata alla spiritualità, firmata dall’artista e monaco francescano brasiliano Sidival Fila.
Infine, l’ambientazione olfattiva è opera del maestro profumiere Lorenzo Dante Ferro, mentre l’opera sonora sarà a cura del compositore Giorgios Koumendakis. Il padiglione Venezia varcherà anche i confini della struttura, grazie al designer tedesco Mirko Borsche, autore di una contaminazione artistica tra le calli della città.
La Biennale Arte 2019 sarà dedicata anche ai più giovani, con il progetto collaterale Artefici del nostro tempo, concorso che consentirà ad alcuni giovani e talentuosi artisti di mettersi alla prova all’interno degli spazi della Biennale. Ad aver presentato la propria candidatura sono stati 2.230 ragazzi con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.
Sei i vincitori, che esibiranno le proprie opere a Ca’ Pesaro e, periodicamente, proprio all’interno del padiglione Venezia alla Biennale Arte 2019. Oltre a questi, saranno selezionati altri dieci meritevoli artisti per ciascuna disciplina: poesia visiva, videoclip musicali, street art, pittura, fumetto e fotografia. Le loro opere saranno ospitate in alcune esposizioni al centro culturale Candiani e a Forte Marghera, a Mestre.
Articolo originale pubblicato il 9 aprile 2019
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