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L'attesissimo film Disney esce nelle sale italiane il 27 novembre: tutto quello che c'è da sapere sul Frozen 2
Dopo aver incantato le platee di tutto il mondo con la forza travolgente della magia Disney, dopo sei anni di trepidante attesa Frozen 2 torna a tenerci col fiato sospeso, con una nuova avventura tutta da vivere assieme alle sorelle Elsa ed Anna e al “dream team” composto da Olaf, Kristof e Sven.
Dal 27 novembre arriva nelle sale italiane Frozen 2 – “Il segreto di Arandelle” (negli USA dal 22 novembre), sempre con la regia di Chris Buck e Jennifer Lee accompagnati dalla medesima squadra da oscar: il produttore Peter Del Vecho e gli autori delle canzoni Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez.
Da dove vengono i poteri magici di Elsa? Perché il presente sembra tutt’a un tratto minacciato da forze oscure? Cosa nasconde il passato? Come salvare Arandelle? Tocca ad Elsa, Anna, Kristoff, Olaf e Sven svelare il mistero, attraverso un viaggio incredibile alla fine del quale trovare anche se stessi.
Lo diciamo subito: il film è per certi versi diverso da quanto ci aspettavamo. In sala si respirava pathos, e persino i piccoli ospiti invitati all’anteprima stampa sono rimasti in silenzio assoluto per l’intera proiezione.
Un film intenso, forte, drammatico, adulto. I momenti di svago (ottimamente riusciti) sono affidati alla figura di Olaf – il cui ruolo da protagonista non è da meno rispetto a quelli dei personaggi in carne ed ossa. In parte anche a Kristoff, le cui performance canore (tra Glee e Fame) ci hanno convinto forse meno perché meno legate al contesto narrativo e responsabili, in qualche momento, di sospendere un po’ troppo il ritmo della storia.
Detto questo, Frozen 2 mira ad essere quello che in letteratura avremmo chiamato un romanzo di formazione. In fondo è in pieno stile Disney: spiegare la vita attraverso una storia ammantata di magia, spiegare concetti profondi come la morte e l’abbandono attraverso l’esperienza di giovani creature spessissimo orfane, aiutare i piccoli a crescere affrontando la paura del futuro, lo sconforto della solitudine, l’ineluttabilità delle scelte più difficili ma giuste.
Frozen 2 è tutto questo, in un vortice di emozioni forti: tra dolcezza e malinconia c’è ampio spazio per il dolore, la paura, la delusione. E ovviamente l’amore, come da copione ma come è giusto che sia, perché riflette tanta parte della vita. Un amore in senso pieno, che parla di famiglia, di amicizia, di innamoramento.
Eppure, i sentimenti più importanti della storia sono quelli più cupi, che inevitabilmente accompagnano ogni rito di passaggio che si rispetti. Ogni personaggio incarna per certi versi un archetipo. Ogni spettatore – di qualunque età – ha modo di identificarsi in almeno uno di essi. E attraverso ciascuno si può comprendere e rivivere certe fasi della vita: quei momenti di crescita che ci conducono verso la consapevolezza.
Senza svelare nulla della storia e della trama, ci limitiamo a dire che la ricerca della verità è la molla del film. La ricerca della comprensione del passato è la chiave di volta necessaria a salvare il presente, a garantirne le certezze ma anche a costruire le fondamenta per un futuro senza ombre.
Il nuovo lungometraggio d’animazione è splendidamente realizzato, superandosi e superando in quanto a effetti grafici e coinvolgimento emotivo Frozen – Il Regno di Ghiaccio. La nuova colonna sonora, che abbiamo ascoltato in versione italiana, sembra forse meno orecchiabile ad un primo ascolto. Attendiamo i brani originali per un giudizio più completo. Soprattutto per capire se quelli portanti (in primis “Into the Unknown” / “Nell’Ignoto”) saranno in grado di replicare il successo planetario di “Let It Go” / “All’Alba Sorgerò”.
Come da tradizione Disney, e sulle orme del primo capitolo della saga (se così vogliamo chiamarla), la musica gioca in effetti un ruolo fondamentale, addirittura entrando nel plot narrativo. Senza nulla svelare della storia, tuttavia, vogliamo solo concludere queste nostre impressioni segnalando la funzione “educativa” dei testi dell’intera colonna sonora, custodi delle emozioni profonde dei diversi personaggi e fortemente esplicative (in qualche caso, forse persino in maniera un po’ tropo didascalica) del loro personale rito di passaggio, della loro crescita interiore (e non solo).
Alla fine, il senso del film è proprio questo. Per utilizzare le parole dei compositori delle musiche di Frozen: “Anna ed Elsa stanno crescendo, diventando sempre più indipendenti: dovranno prendere la propria strada e affrontare i momenti di difficoltà senza la protezione dei genitori”.
Cosa c’è di più reale, denso di timori ma foriero di speranza di tutto questo? Il segreto è affrontare la vita con gli strumenti giusti: onestà, coraggio, fiducia. Ed amore. Anche quello ormai perduto, l’unica vera certezza che in un mondo in continuo divenire, scolpito nella memoria e custodito nel profondo del cuore, pronto a scaldare e dare forza per affrontare le prove della vita.
Articolo originale pubblicato il 14 novembre 2019
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